Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un segnale di assestamento. Il nuovo report della Iata sulle previsioni di traffico per i prossimi anni, il percorso per il ritorno ai livelli pre Covid, resta pressoché invariato rispetto all’ultima versione di novembre 2021, con semmai qualche aggiustamento al rialzo. Resta fissata al 2024 la deadline per la piena ripresa del trasporto aereo, un traguardo che sarà raggiunto però sfruttando in primo luogo il traffico domestico e di prossimità, mentre per quello internazionale da solo bisognerà attendere un anno in più.
I dati
L’associazione che raggruppa le principali compagnie aeree internazionali ha stimato che, dopo avere raggiunto il 47 per cento del traffico del 2019 nell’anno alle porte, nel 2022 si dovrebbe arrivare all’83 per cento, per poi salire di altri undici punti percentuali l’anno successivo e superare i livelli pre pandemia del 2024, anno in cui si prevede di tagliare il traguardo dei 4 miliardi di passeggeri.
Scorporando i dati, tuttavia, emerge come nel traffico domestico la ripresa si annuncia molto più rapida e già quest’anno, con il 93 per cento dell’offerta del 2019, la normalità sarà pressoché raggiunta, per poi superarla agevolmente l’anno successivo fino ad arrivare a un 118 per cento nel 2025. Percorso opposto invece per il traffico internazionale, che farà un balzo in avanti notevole quest’anno passando dal 27 al 69 per cento per poi arrivare al 101 nel 2025.
Il commento
"La traiettoria per la ripresa del numero di passeggeri non è stata modificata dalla variante Omicron. Le persone vogliono viaggiare – è il commento del ceo Iata Willie Walsh -. C'è ancora molta strada da fare per raggiungere uno stato di cose normale, ma le previsioni per l'evoluzione del numero di passeggeri danno buone ragioni per essere ottimisti".