Canarie e Baleari dicono no al turismo di massa

Abbasso il turismo di massa. Sembra essere questo il nuovo diktat della Spagna, dopo la decisione del sindaco di Barcellona di fermare la concessione di ulteriori licenze sul fronte ricettivo per evitare il sovraffollamento della città catalana.

Una strada che hanno deciso di intraprendere anche altre regioni del Paese, a cominciare dalle Canarie. L’arcipelago, che lo scorso anno è stato meta di 13 milioni di visitatori (con un incremento di 8 punti percentuali sull’anno precedente), è determinato a porre un freno all’invasione dei turisti, sulla scia di quanto già fatto da Fuerteventura, dove è stata fissata in 2,5 milioni la soglia di persone da non superare per non rompere il delicato equilibrio naturalistico dell’isola.

“Dobbiamo impostare un limite che sia rispettoso del nostro ambiente - dichiara il nuovo presidente del Governo autonomo delle Canarie, Fernando Clavijo -; la capacità di assorbire ancora più turisti dev’essere messa in discussione”.

Tra i provvedimenti per calmierare i flussi turistici rientra anche l'imposizione di una tassa di soggiorno. Un’ipotesi già al vaglio da parte del governo delle Baleari, che ha annunciato la possibilità di introdurla dopo l’estate.

La tassa diventerà presto realtà anche per il Comune di Madrid, come ha annunciato l’assessore all’Economia Carlos Sánchez, anticipando che la nuova imposta potrebbe essere inclusa nel bilancio comunale per il 2016. Immediata la reazione degli albergatori della capitale, che giudicano l’imposta dannosa a priori per il comparto turistico e hanno chiesto un incontro urgente con il sindaco Manuela Carmena per avere informazioni sull’ammontare della tassa e valutarne la reale necessità per la città.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana