Un Jobs Act in agenziaper nuove assunzioni

Vorremo assumere dipendenti, se solo potessimo permettercelo. È questa, in sostanza, la situazione di molte agenzie di viaggi. Che hanno bisogno di forza lavoro, ma non riescono a farla rientrare nei conti.

Il risultato sono agenzie di viaggi sottodimensionate, costrette a uno slalom tra periodi di 'stanca' e altri in cui un paio di persone in più in ufficio farebbero comodo.

La questione è nota agli addetti ai lavori: la crisi economica, l'erosione dei margini, il proliferare dei preventivi che non vengono concretizzati ha aumentato il lavoro nelle adv ma, al tempo stesso, ha drasticamente diminuito gli spazi (finanziari) per assumere banconisti e quant'altro.

"Praticamente tutte le agenzie sono sottodimensionate - afferma Massimo Caravita, vicepresidente Marsupio -: questo crea dei problemi anche per la partecipazione ad educational ed eventi, dal momento che molti non possono allontanarsi dall'agenzia perché non c'è nessuno che li sostituisca".

Nel momento in cui la questione Jobs Act è al centro del dibattito dentro e fuori le istituzioni, la domanda è lecita: può un intervento politico risolvere i problemi di personale delle agenzie?

Gian Paolo Vairo, amministratore delegato di Welcome Travel (il quale, in passato, si è occupato anche di risorse umane), a questo proposito precisa: "In Italia non esiste una politica del lavoro particolarmente flessibile, e questo è un dato di fatto. Ma se anche ci fosse maggiore flessibilità, non credo che sarebbe adatta ad un profilo come quello dell'agente di viaggi". Detto in maniera più prosaica, prosegue Vairo, "in agenzia non si fanno panettoni, dove si può lavorare due mesi l'anno e un profilo vale l'altro. Ci sono persone preparate che si formano negli anni con un lavoro continuo nel tempo".

Ma la questione, prosegue Vairo, potrebbe essere affrontata da un altro punto di vista: "Con costi del lavoro decisamente inferiori, molte agenzie potrebbero pensare di investire nei giovani e farli crescere professionalmente, offrendo loro un contratto di lunga durata. In assenza di interventi in questo senso, saranno sempre meno le agenzie che potranno permettersi di investire in risorse umane". 

Anche Pier Giorgio Reggio, direzione network di Gattinoni Mondo di Vacanze, individua due problemi separati per quanto riguarda la carenza di personale: "Da un lato c'è il costo del lavoro, che in Italia come sappiamo è particolarmente alto. Dall'altro c'è la stagionalità". Difficile intervenire sul secondo aspetto, dal momento che "nei 4/6 mesi di picco non si può assumere personale non formato. Per quanto riguarda l'esperienza con le nostre agenzie, inoltre, c'è una forte fidelizzazione del cliente con il banconista". Insomma, non si può procacciare un dipendente per una manciata di mesi, abbandonarlo al termine del picco e cercarne un altro l'anno successivo.

Si potrebbe intervenire, invece, sul costo del lavoro: "Gli incentivi per le assunzioni sono troppo limitati e spesso anche molto complicati". Ma c'è una soluzione 'fatta in casa': "Bisogna imparare che il tempo è denaro e, con freddezza, concederlo al cliente sapendo che è un costo".

La carenza di personale, afferma Giorgio Lotti (direttore commerciale di Otn), ha colpito soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, "dove la crisi è stata particolarmente forte". La soluzione, per Lotti, potrebbe essere nelle mani del Governo: "Per noi sarebbe molto importante avere degli incentivi dallo Stato in caso di assunzione. In pochi possono permettersi di spendere come minimo 25mila euro l'anno per un dipendente in più. Ora si sta parlando di ridurre il costo del lavoro e questo potrebbe spingere qualche agenzia ad assumere qualche addetto".

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