L'impatto della Tunisia sui conti di Thomas Cook

Gli eventi tunisini e, in misura minore, i timori legati alla situazione economica della Grecia costeranno a Thomas Cook 25 milioni di sterline. È quanto dichiarato dalla stessa azienda, che ha specificato come l’impatto si sia fatto sentire sulle prenotazioni del quarto trimestre e si sommi all’effetto del deprezzamento dell’euro nei confronti della sterlina.

Ciononostante il Gruppo riferisce di essere comunque fiducioso in una crescita dei profitti dell’intero anno a cambi costanti. Prima di questo aggiornamento gli analisti prevedevano un utile operativo, per l’intero esercizio, di 341 milioni di sterline contro i 323 milioni dell’anno 2013-14. Ora le previsioni sono state tagliate del 12 per cento, scendendo a 309 milioni.

Thomas Cook ha annullato tutti i viaggi verso la Tunisia fino a ottobre, mentre nel frattempo il ceo dell’azienda, Peter Frankhauser, è volato nel Paese per incontrare il Primo ministro Habib Essid e ottenere notizie su come la sicurezza dei clienti possa essere garantita.

“Sono convinto che la destinazione si riprenderà - sostiene Frankhauser -, ma ovviamente ora siamo influenzati pesantemente dal warning del governo”. Per Thomas Cook, così come per Tui, le mete nordafricane rappresentano circa il 10 per cento di tutte quelle scelta dal totale clienti, un terzo dei quali si reca in Tunisia.

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