Il grande valoredelle agenzie di viaggi

“Se qualcuno mi dicesse che vuole aprire un’agenzia, lo porterei a cena e cercherei di convincerlo a non farlo...”. È una battuta di Luca Caraffini quella che apre il serrato botta e risposta tra l’a.d. di Geo e Franco Gattinoni durante la tavola rotonda dei network che si è svolta ieri all’interno della Travel Agent’s Arena di TTG Incontri, sotto la guida del direttore di TTG Italia Remo Vangelista.

Caraffini rincara la dose: "Basta farsi una domanda semplice: perché le agenzie non hanno dipendenti? La marginalità, oggi, è poca...". Non ci sta il presidente di Gattinoni-Mondo di Vacanze. Il quale entra nel discorso e ribatte: “Ogni anno io apro una o due agenzie proprio per dimostrare che si può ancora crescere”. “E allora - replica l’a.d. di Geo - io l’anno scorso ho aperto due agenzie e quindi ce l’ho... (segue un’espressione traducibile con ‘più bravo di te’, ma che fa riferimento a caratteristiche marcatamente maschili)”.

Quello che doveva essere in intermezzo quasi scherzoso all’interno del dibattito diventa invece un vero e proprio terreno di battaglia. Forse perché riguarda un tema particolarmente sentito: cosa dire a un imprenditore che ha intenzione di aprire, oggi, un’agenzia di viaggi?

La questione, in breve, scivola sul difficile bilancio tra aperture e chiusure negli ultimi anni: un saldo fortemente sbilanciato a favore delle seconde. A venire tirato in ballo, dopo poche battute, è il mondo del franchising. “Facile accusare loro - interviene Massimo Caravita, vicepresidente di Marsupio -, e non me ne voglia Peroglio Longhin...”. Gian Paolo Vairo, a.d. Welcome Travel, sottolinea invece che “ci sono tanti imprenditori sani e con la voglia di lavorare...” E aggiunge: “Siamo noi, a volte, che dobbiamo capire come non si possano portare agenzie nel network solo per fare volumi”.

L’amministratore delegato di Bluvacanze, ora, deve rispondere alla questione franchising: se altri hanno tirato in ballo questa formula per quanto riguarda le ‘aperture selvagge’ di adv di qualche anno fa, Alberto Peroglio Longhin disegna un quadro diverso. “In un certo periodo, si pensava che aprire un’agenzia fosse una cosa semplice. E questo ha riguardato tutti i modelli, non solo il franchising. Si è creata una ‘fascia bassa’ di punti vendita che compare in tanti modelli e appartiene a una circostanza, non a un particolare sistema”.

Una questione di prodotto
Ma, alle soglie dell’inverno, un’altra questione sale alla ribalta: quella del prodotto disponibile sugli scaffali delle agenzie. O dei consulenti di viaggi, come quelli di CartOrange; il cui a.d., Gianpaolo Romano, sottolinea la questione della personalizzazione. “Bisognerebbe lavorare di più sulla segmentazione. I prodotti di molti tour operator sono sovrapponibili. All’estero, invece, i t.o. si distinguono molto di più”.

Gattinoni, invece, mette in luce un altro aspetto. “La questione è il servizio: se compro un pacchetto da 20mila euro non accetto di essere ‘intruppato’ su un pulmino per raggiungere l’hotel”. Comunque, afferma Vairo, non tutto è fermo: “Abbiamo un rapporto privilegiato con alcuni operatori, e, quando bisogna immettere il prodotto, si confrontano con noi. E devo dire che c’è voglia di costruire qualcosa di diverso...”.
Sul fronte della quantità di prodotto immessa sul mercato, invece, Caravita dà una visione chiara: “Preferisco una quantità di prodotto più morigerata....”

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