Viaggi, valigie e caffèStop alla licenza unica

Condividere l’agenzia di viaggi (con tanto di spese di affitto) con un negozio di valigie, libri o addirittura abbigliamento. Sarà possibile, almeno a Torino, dove il Comune ha modificato le regole per i locali commerciali sotto i 250 metri quadrati (ottenendo anche il via libera della Regione Piemonte) e ha detto addio alla licenza unica.

Questo in sostanza il provvedimento, secondo quanto riportato da La Stampa: mentre in precedenza a un numero civico poteva essere associata una sola partita Iva, ora il vincolo decade (almeno, come precisato prima, per i locali sotto i 250 metri quadrati). Questo significa che potranno convivere, sotto lo stesso tetto, anche attività di tipo completamente diverso. E le stesso potranno fare capo anche a titolari differenti.

Da un lato, questo comporta una possibile condivisione delle spese relative ai locali: non sono solo le agenzie di viaggi, infatti, ad aver subito i colpi della crisi economica. I negozianti, dunque, potranno scegliere di dividere i costi con altri colleghi.

L’idea della città di Torino si ispira al coworking, ovvero la pratica messa in atto sempre più spesso da liberi professionisti che decidono di mettere in comune i locali per rendere più sopportabili le spese di gestione. Ma, nel campo dei negozi, potrebbe aprire nuovi orizzonti anche per quanto riguarda la promozione: la seconda attività commerciale, infatti, potrebbe servire da traino per la prima (e viceversa). Suddividere le mura del negozio con un’altra attività potrebbe permettere di creare nuovi flussi di clientela per la propria agenzia di viaggi (magari valutando di mettersi in accoppiata con un negozio che si rivolga a un target simile a quello della propria adv). Di questi tempi, un plus da non sottovalutare.

Il progetto è appena partito e, ovviamente, è ancora presto per valutare i risultati dell’idea (nata soprattutto per porre un freno all’emorragia di chiusure del capoluogo piemontese); ma, se avesse successo, non è da escludere che altre città possano seguire l’esempio.

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