Quanti vendono turismoTTG traccia il settore

Le agenzie di viaggi in Italia tornano a crescere, sia come numero di licenze che di filiali. A certificare la tendenza ci sono i dati forniti dal Ministero del Turismo e quelli del Ministero delle Finanze.

Attraverso il sito web InfoTrav, che per il ministro Dario Franceschini raccoglie in tempo reale da Regioni e Province i dati sulle adv attive sul territorio, emerge che in Italia sono presenti 15.864 punti vendita che commerciano in turismo - e che quindi possono contemplare anche quelle entità non definibili agenzie di viaggi nel senso più stretto e corretto del termine -, cioè 1.971 in più rispetto al 2010, quando la crisi era appena agli inizi e l'Isis non si sapeva ancora che cosa fosse.

Un trend che emerge anche dagli studi di settore del Ministero delle Finanze, ma con dati decisamente inferiori: i punti vendita che nel 2015 hanno fatturato più di 200mila euro e meno di 5 milioni sono circa 8.100, mentre nel 2012 si aggiravano sulle 7.900 unità.

Come mai uno scarto così consistente tra i dati in possesso dei due Ministeri? "Innanzitutto, è necessario considerare che agli 8.100 punti vendita ne vanno sommati almeno un
altro migliaio - sostiene Massimo Caravita, collaboratore di Fiavet per le questioni inerenti le
normative per le adv -. Fuori da quel conteggio ci sono sicuramente alcuni network che fatturano oltre 5 milioni di euro, le agenzie stagionali, le compagnie di pullman che confezionano qualche pacchetto, gli albergatori che fanno la stessa cosa...".

Anche aggiungendo questi soggetti, c'è ancora una notevole differenza con i quasi 16.000 punti vendita rilevati dal Ministero del Turismo. Caravita però spiega: "Gli studi di settore rilevano soltanto le licenze, mentre l'altro dato tiene conto delle filiali: per esempio, può succedere che per i tre mesi estivi un'adv di Forlì possa spostarsi in un ufficio in centro a Riccione. Per l'Agenzia
delle Entrate quel soggetto vale uno, mentre per InfoTrav due".

In più, alcune Regioni hanno cominciato a inserire nei loro elenchi le agenzie online. "Chi è rimasto a casa, oppure chi vuole fare un po' di incoming, sempre più spesso apre le vendite sul web. E Regioni come Emilia Romagna e Lombardia hanno cambiato le normative, considerando
queste attività come adv a tutti gli effetti".

In questi ultimi anni sembra quindi essersi innescato un fenomeno di crescita delle filiali:
probabilmente una parte degli addetti ai lavori ha continuato a credere nel settore, investendo in nuovi uffici; ma per limitare le spese ha scelto questo tipo di soluzione.

L'apertura di una filiale, infatti, non prevede l'istituzione di un nuovo direttore tecnico, che può essere lo stesso per molteplici punti vendita, anche dislocati in città, province e regioni differenti. In più, la filiale non costringe a pensare a una nuova denominazione e nemmeno a versare una polizza assicurativa: tutto viene garantito dalla sede principale.

"Non mi meraviglia che i punti vendita continuino a crescere - conclude Caravita -. Il problema, però, è che negli ultimi cinque anni molti titolari sono cambiati, perché nel nostro settore c'è un turnover fortissimo, che non si registra da nessun'altra parte".

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