Google, Booking & Co.Se il web fa consulenza

Non sempre sono le agenzie di viaggi che rincorrono il web. A volte è l’ecommerce che insegue la distribuzione tradizionale.

Se il recinto sacro delle agenzie è stato, fino a poco tempo fa, la consulenza, un domani non troppo lontano potrebbe non essere più così. Dopo aver conquistato terreno sul terreno del prezzo, il mondo dell’ecommerce ora ha trovato un nuovo fronte su cui sferrare l’attacco: quello dei suggerimenti di viaggi.

Per capire l’importanza del fenomeno, basta pensare all’ultimo player sceso nell’arena: nientemeno che Google, ovvero il dominatore indiscusso del web. Big G, dopo aver lanciato Google Destinations, ora starebbe lavorando nientemeno che a una app di assistenza per i viaggi, ovvero Travel Assistant.

L’ultimo caso, dunque, ma non certo l’unico. E non sono da meno gli altri nomi che, nei mesi scorsi, si sono fatti in quattro per creare modelli e algoritmi in grado di comprendere le esigenze dei viaggiatori e suggerire il viaggio più adatto a loro.

Un nome per tutti, il colosso Booking.com, con il suo destination finder: basta inserire la propria ‘passione’ e il motore di ricerca trova le soluzioni che ritiene più adatte.

E per i clienti che entrano in agenzia con niente più di periodo per le ferie e un budget determinato al centesimo rompendo il proverbiale porcellino? Per loro c’è Kayak.com che, selezionando il prezzo, il periodo e la durata del viaggio, seleziona l’idea di viaggio più consona alle necessità.

Siamo ancora lontani, probabilmente, da una fantascientifica intelligenza artificiale (anche se, forse non proprio lontanissimi). Ed è ancora decisamente troppo presto per dipingere scenari apocalittici con macchine che si sostituiscono all’uomo.

Il segnale lanciato dagli ultimi movimenti dell’ecommerce turistico non è tanto un allarme sul destino delle agenzie di viaggi (che hanno dimostrato più di una volta di sopravvivere a molte tempeste): piuttosto, è sintomo della capacità del web di innovarsi e crescere costantemente. Un'attitudine che anche il mondo del turismo tradizione dovrebbe imparare a fare proprio.

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