Moby-Tirrenia: "Così abbiamo riconquistato gli adv"

“Dovevamo scegliere da dove partire e abbiamo puntato sulla rete vendite”: Alessandro Onorato, vice presidente Moby con delega alla direzione commerciale, parte dagli adv per raccontare il processo di integrazione tra le tre compagnie del gruppo Onorato Armatori.

Uniformare la rete di vendita
Nel luglio 2015 Tirrenia è entrata a far parte della famiglia accanto a Moby e Toremar: i primi sei mesi “li abbiamo passati studiando filosofia dell'integrazione industriale – spiega il manager -. C'erano vari modi di operare: noi abbiamo scelto di uniformare in prima battuta le piattaforme di vendita e i siti, quindi le condizioni di pagamento e i regimi commissionali, mandando i nostri produttori ad attivare i codici nelle adv che ancora non li avevano”.

Oggi gli agenti possono emettere un solo biglietto dove l'andata risulta con una compagnia e il ritorno con un'altra. Inoltre grazie a Moby Lines Europe, la controllata del Gruppo che segue i mercati esteri, “abbiamo portato in Tirrenia una fetta di clientela straniera che prima mancava”.

La questione Tirrenia
Proprio sulla ex compagnia di stato si è concentrata buona parte della strategia del Gruppo, con un duplice obiettivo: migliorarne il livello di qualità e promuoverla presso la rete agenziale, “restia a venderla perché per molti è ancora la compagnia statale low cost con servizi scarsi”, sottolinea Onorato.

Non è un caso che il primo passo abbia riguardato la sostituzione del servizio catering, affidato alla stessa società che già opera su Moby: “Abbiamo invitato gli adv a salire sulle navi e provarlo, un'iniziativa che ripeteremo in autunno”. Certo, prosegue, “ci sono limiti strutturali e il livello tariffario rimarrà più basso rispetto a Moby, in linea con la convenzione, ma molto si può fare”.

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