Referendum 4 dicembreCosa cambia in agenzia

Il referendum costituzionale cambierà, e non di poco, la vita delle agenzie di viaggi. La modifica delle competenze sul turismo che prevede il quesito referendario, infatti, non comporterà solamente una ‘legislazione esclusiva’ dello Stato per quanto riguarda la promozione, ma anche per le regole generali che riguardano le imprese.

“Se ne parla poco – dice Gianluca Rossoni, avvocato specializzato in legislazione del turismo e blogger di TTG Italia – ma con l’eventuale vittoria del sì al referendum, le agenzie di viaggi vedranno cambiare regole e riferimenti nelle istituzioni”. Mentre, infatti, oggi le norme per le agenzie sono scritte a livello regionale, con la nuova formulazione della Costituzione, le disposizioni arriveranno direttamente dal Governo centrale.

“Oggi c’è una babele di regole diverse – dice Rossoni -: alcune Regioni impongono, ad esempio, che il direttore tecnico non possa operare su più agenzie, altre stanno pensando di togliere l’obbligo delle fideiussioni, altre ancora impongono la licenza ad uso commerciale dei locali anche per aprire una Ota. Con la riforma costituzionale, lo Stato avrà la competenza per tracciare le disposizioni generali”.

Certo, c’è un però, che Rossoni non nasconde: “Il Mibact deve avere le competenze per tracciare queste disposizioni – dice -. Sarebbe necessario che le associazioni di categoria, all’indomani di una eventuale vittoria dei sì, avessero pronto uno schema di regolamentazione da proporre al Ministero. Anche per evitare un periodo di transizione troppo lungo, dove nessuno si occupa delle regole per le agenzie”.

Le altre novità: trasporti e finanziamenti
Con l’approvazione della riforma non cambierà solo la vita delle agenzie. Lo Stato, infatti, avoca a sé tutta la grande partita dei trasporti: le infrastrutture strategiche, le grandi reti di trasporto e navigazione, i porti e aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale ricadranno nella legislazione esclusiva del governo centrale. “In questo caso, come in altri, sarà però necessaria la leale collaborazione delle Regioni – dice Rossoni – perché ad esempio la costruzione di un aeroporto prevede una serie di interventi che andranno invece a toccare competenze di livello regionale. Le decisioni strategiche, però, spetteranno allo Stato”.

Per quanto riguarda, invece, le risorse economiche “la riforma costituzionale non toglie denaro alle Regioni – chiarisce Rossoni -. I fondi europei, ad esempio, continueranno come ora ad essere assegnati ai territori o alle reti di impresa pubblico-private. Quello che potrà cambiare è il ‘peso’ del Mibact a livello governativo: forte delle nuove competenze in materia turistica, il Ministero potrà chiedere un aumento di risorse”.

La questione promozione
È invece da abbandonare l’idea che con la legislazione esclusiva dello Stato non si vedranno più micro territori promuoversi in giro per il mondo, una questione che negli anni hanno dato grande scandalo.

Le Regioni, infatti, manterranno con la riforma la potestà legislativa in materia di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo. “Che vuole dire di tutto, – dice Rossoni – anche che i territori possono decidere dove e come promuoversi. È evidente, anche in questo caso, che è necessaria la collaborazione fra Stato e Regioni Un buon esempio è quello delle legge sul turismo della Lombardia, una delle ultime realizzate: nel testo è previsto che ogni comune, area o territorio che si promuove ovunque nel mondo debba affiancare al suo nome la dicitura ‘Italia’”.

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