Quando il clientechiede un viaggio in Mongolia o in Kamchatka

Capita che il consulente di viaggi, abituato a trattare con una clientela di alto livello, sia economico sia culturale, si trovi di fronte a richieste molto particolari e l’organizzazione del viaggio si trasformi in un’esperienza molto impegnativa, che mette alla prova la propria professionalità.

Soprattutto se le destinazioni portano il nome di Mongolia. Oppure Kamchatka. Sì, proprio quella che si trovava facilmente solo giocando a Risiko.

“Il trend attuale – spiega Gianpaolo Romano, amministratore delegato di CartOrange – vede un’ascesa della domanda per le vacanze active e per i viaggi estremi e quindi non c’è da stupirsi che una tipologia di clientela desiderosa di scoprire angoli di mondo lontani si rivolga a noi per mete come quelle appena citate”. E non mancano richieste per i trekking, ma sulle montagne del Giappone, oppure in Cina.

E poi c’è il filone spirituale abbinato al wellness, inteso in tutte le sue sfumature, e anche in questo caso si punta su qualcosa di molto particolare: “Per noi – continua Romano – funziona molto il Perù per entrare a contatto con i mistici locali e praticare yoga sul Machu Picchu”.

Il matrimonio a New York
Tuttavia il lavoro più impegnativo che Romano ricorda si avvicina molto di più alla normalità, se così la si può definire: “Una coppia di fatto due anni fa si è rivolta a noi per organizzare il loro matrimonio con tanto di viaggio per tutti gli invitati cerimonia e quant’altro a Manhattan - racconta l’amministratore delegato -. Un budget che posso definire impegnativo e che ci ha fatto sudare. Oggi sono ancora nostri clienti e questo è il risultato più importante”.

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