Facebook come Tripadvisor: via alla prenotazione degli hotel

A rigor di logica, Facebook non è, né sta per diventare, un'agenzia di viaggi online. Perché l’ecommerce non è in prima battuta il vero business del social network del pollice blu. Il suo campo d’azione è la visibilità, così come accade per molti suoi colleghi/nemici (Google in testa).

Questo non significa, però, che il social di Mark Zuckerberg non possa giocare un ruolo fondamentale nel mondo delle prenotazioni dei viaggi. E magari andare a pestare i piedi a Ota, comparatori di prezzi e agenzie.

La premessa è necessaria per capire esattamente come si sta muovendo Facebook nel mondo del turismo. E per comprendere le conseguenze della sua ultima mossa, ovvero le Facebook City Guides.

Come racconta Mashable.com, il social network ha iniziato la fase di test di questo tool, al momento disponibile solo per una selezionata platea di utenti Android e iOS. In sostanza, si tratta della risposta a TripAdvisor: l’obiettivo della funzione è fornire suggerimenti per eventi, attrazioni locali, ristoranti e altro all’interno di una determinata città.

Prenotazione online
Ma con un passo in più: skift.com precisa infatti che la nuova funzione comprende infatti un tasto ‘book now’, che rimanda direttamente al sito dell’hotel su cui effettuare la prenotazione.

Niente intermediazione dal punto di vista strettamente commerciale. Ma analizzando la questione dal punto di vista della visibilità, Facebook si pone come un ulteriore partner degli hotel.

Del resto, dopo Google Trips e TripAdvisor, mancava solo Facebook all’appello delle grandi ‘community’ con un piede del business del turismo online.

In prima battuta, la mossa del social network andrà sicuramente a invadere il campo dei due competitor di cui sopra (Big G e il portale di recensioni), ma anche delle Ota e dei vari comparatori di prezzi.

Oltre alla competizione diretta, però, ce n’è un’altra meno visibile ma pur sempre importante. Facebook, infatti, potrebbe diventare un’altra voce di spesa per gli alberghi e i fondi, come sempre accade per le aziende, sono limitati. Il social network diventa così un altro attore pronto a entrare nella spartizione della torta. E, con tutta probabilità, potrebbe non accontentarsi di una piccola fetta, andando a rosicchiare parte degli stanziamenti destinati ad altri canali e strumenti di vendita.

Francesco Zucco

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