Agenti di viaggi,scordatevi delle Ota: il vero nemico è Google

Se la vendita dei biglietti aerei non è più in mano alle agenzie di viaggi (e questo lo si era capito da tempo), allora chi detiene il potere in questo settore cruciale per il mondo del turismo? Se qualcuno sta pensando ‘i distributori online’, sappia che la risposta è sbagliata. E se, ancora peggio, qualcun altro pensa che a dettare legge siano le stesse compagnie aeree con i loro siti di prenotazione, bisogna disilludere anche loro. Il vero dominio è, tanto per cambiare, nelle mani di Google.

Già, perché a Big G non è bastato diventare il principale canale di ricerca di informazioni online o il più diffuso fornitore di sistemi operativi mobile (Android fa parte della grande famiglia di Mountain View). Google è pronto a giocare un ruolo da protagonista (e forse qualcosa di più) anche nell’industria del trasporto aereo. Controllando quello che un lungo report pubblicato da centreforaviation.com definisce il ‘trip planning funnel’, ovvero la canalizzazione degli utenti dalla pianificazione del viaggio all’acquisto.

Il controllo degli acquisti
Nel marketing dell’era di internet, il ‘funnel’ è diventato un concetto fondamentale: l’idea è quella di una sorta di imbuto in cui nella parte alta (quella più larga) c’è il grande mare del traffico online e in quella bassa (quella più stretta) gli acquisti effettivamente realizzati (o qualunque altro tipo di obiettivo si voglia raggiungere). Ed è proprio questo processo che, secondo l’analisi del portale, Google sta arrivando a controllare: accompagnare per mano i clienti dalla ricerca all’acquisto. Ovvero quel processo che, una volta, era appannaggio delle agenzie di viaggi.

A parlare è Bobby Healy, chief technology officer CarTrawler (azienda basata a Dublino che offre una piattaforma tecnologica per le ancillary revenue). Che non usa mezzi termini: “Google è un male per l’industria del trasporto aereo”.

Una fee da 50 dollari?
Basta? No, perché Healy si spinge ben più in là. E prospetta uno scenario in cui Google sarà in grado di dettare le regole del mercato. E se gli agenti di viaggi pensano che le famose fee da 16 euro sulle prenotazioni via gds siano dannose, “aspettino che Google chieda 50 dollari…”.

Potrà farlo? Sì. Perché Google, nei suoi ambiti, detiene quote di mercato semplicemente impensabili per altri settori. Stiamo parlando di cifre veramente da capogiro: il 95% delle ricerche online, il 75% del digital marketing e il 97% delle app sui sistemi operativi Android. Inutile ricordare che il market share di qualunque Ota, qualunque metamotore o qualunque network di agenzie è infinitamente inferiore a quello di Big G.

A tutto questo va aggiunto ancora un dettaglio: Google dispone di una massa di dati sul comportamento degli utenti la maggior parte dei player neanche può sognare di avere. Le abitudini di acquisto online degli utenti non hanno quasi segreti per la Grande G. E questo è un tesoretto che, praticamente, non ha valore.

E qualcuno pensa ancora che il grande nemico da battere siano le Ota?

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