PhoCusWright: crescono i viaggi online, ma il business non passa dall'Italia

Aumentano a doppia cifra i viaggi online, ma la ricaduta sul turismo italiano è minima, perché le forti commissioni di intermediazione vanno fuori dal nostro Paese.

Questo l'amaro risultato della ricerca effettuata da PhoCusWright, e presentata in anteprima a Bto, sul mercato dell'online travel nel nostro Paese.

Nel 2011 i portali come Expedia e Booking hanno segnato un incremento di 28 punti percentuali di fatturato rispetto all'anno precedente, per un totale di 2,2 miliardi di euro. Un risultato tanto più significativo se rapportato a un settore per il quale, nel 2012, si stima un calo di 4,7 punti percentuali, per un fatturato sceso a 17,7 miliardi.

"In una fase di crisi come questa - spiega Giancarlo Carniani, fondatore di Bto e analista italiano di PhocusWright - sta crescendo l'intermediazione e gli operatori turistici si affidano sempre più a grandi agenzie online, anziché offrire i prodotti solo attraverso i propri siti web".

Tuttavia l'aumento delle prenotazioni tramite le Olta porta a una perdita del Pil per il nostro Paese, perché la distribuzione online è sempre più accentrata nelle mani dei grandi operatori, soprattutto americani, e le commissioni di intermediazione non sono appannaggio dell'Italia.

Il risultato, comunque, è che ormai il 30 per cento delle prenotazioni italiane avviene online e si stima che quest'anno il booking via Internet sfiorerà un fatturato di 5,3 miliardi di euro, cifra che rappresenterebbe un incremento di 10,1 punti percentuali rispetto al 2011.

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