Turismo onlinein Italia: il 41 per cento non è a norma

Dopo la bufera sulle Olta del Vecchio Continente, ora l'Europa punta gli occhi sulle agenzie di viaggi online della Penisola. Con un dato ancora più allarmante: il 41 per cento delle web agency tricolore, secondo l'Ue, non sarebbe a norma. Più della media degli Stati dell'Unione (dove è regolare il 62 per cento dei siti).

A rivelarlo è il sito di informazione Tgcom24, in un'intervista a David Hudson, portavoce della commissione europea per i diritti dei consumatori.

Gli 'scivoloni' più comuni? In testa all'elenco ci sono le indicazioni del commerciante, ovvero l'identità del soggetto che sta vendendo biglietti aerei, soggiorni alberghieri o pacchetti. Ma le irregolarità riscontrate non si fermano qui: in molti casi è stato riscontrato che i servizi opzionali non venivano chiaramente individuati come tali. Altre volte, invece, i siti web non indicano il prezzo finito prima della prenotazione. Oppure, i servizi facoltativi dovevano essere deselezionati dal cliente, essendo inclusi fin dall'inizio.

Una serie di comportamenti che fanno sentenziare a Hudson: "Non sono siti fraudolenti, ma sono inaffidabili, perché non rispettano appieno i diritti dei consumatori".

Un'analisi che lascia intendere come molto sia ancora da fare per un'effettiva battaglia ad armi pari tra agenzie di viaggi fisiche e siti web.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana