Cinque errori da evitarein agenzia di viaggi

Cinque errori da cui tenersi alla larga. Cinque cattive abitudini che, se seguite in blocco o solo in maniera saltuaria, conducono l'agenzia di viaggi a una chiusura certa.

Franco Cordero, consulente di marketing e trainer, non va tanto per il sottile e passa in rassegna gli atteggiamenti tipici dell'agente di viaggi che non sa stare al passo con i tempi; per questo motivo è destinato "a farsi buttare fuori dal mercato", come ha spiegato nella recente convention di Geo Travel Network.

Si comincia con la vetrina, spesso allestita con anonimi fogli A4 secondo il modello, ormai superato, degli annunci di vendita e affitto case. "La comunicazione - spiega Cordero - inizia proprio in vetrina. Usate la fantasia, allestitela con creatività". Un esempio? "Mettete dei panni appesi a un filo con le offerte sulle t-shirt o, se siete streghe, appiccicate gli sconti a delle scope". L'importante è osare.

Imperdonabile, poi, "pensare e comportarsi come 10 anni fa". "Il cambiamento - raccomanda il trainer - non è un optional, ma una necessità per evitare che l'agenzia sia come una zattera in balia della tempesta". Destinato a soccombere anche "chi pratica la vendita passiva aspettando il cliente dietro al bancone". Un atteggiamento da rimpiazzare con una maggiore propensione al Crm e al marketing operativo. "Non serve investire milioni - tuona il coach - ma basta alzare la cornetta, superare l'abitudine del non disturbare e richiamare un cliente già venuto in agenzia, inviare sms e mail".

Guai, poi, a dire "la tecnologia non fa per me": "Pensiamo ancora - rileva Cordero - che Internet sia la nostra SP.E.C.T.R.E. (l'organizzazione criminale immaginaria della saga di James Bond n.d.r), ma non è così". Perché, a differenza dell'agente la rete "non potrà mai sedurre, non crea empatia e non sorride".

Altra abitudine dannosa, quella di "ostinarsi ad allevare banconiste dallo sguardo a mezz'asta, atteggiamento da sportello dell'Inps, il cui unico problema è smarcare la coda distribuendo cataloghi". Una figura ormai preistorica a cui contrapporre il più moderno 'vendor', che non è altro, specifica Cordero, che "il consulente a tutto tondo, che unisce alla competenza tecnica la capacità seduttiva e l'abilità commerciale".

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