Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Non ho una ricetta per rilanciare il turismo; ogni 10 anni mi invento un mestiere. Tra sei mesi potrò dire se un’idea è buona o meno”.
C’è tutto l’understatement torinese nelle prime dichiarazioni che Evelina Christillin, nuovo presidente Enit, ha rilasciato alla stampa all’indomani della sua nomina. Un modo che contrasta in parte con l’immagine che ‘la signora delle Olimpiadi’ ha acquisito negli anni: una ‘tosta’, che ottiene risultati anche dove non si penserebbe possibile. “Non voglio essere presuntuosa – dice – dovrò leggere e studiare la materia prima di agire”.
Una nomina, la sua, che Christillin legge come un implicito premio al sistema Torino: “Attraverso al mia persona si è scelto il ‘modello Torino’ – dice – quello di una città che ha saputo fare sistema e che sta funzionando”. Quello che Christillin mette a disposizione di Enit è, secondo le sue parole “un’esperienza variegata e una rete di relazioni internazionali che sono sicura potranno servire”.
La neo presidente non ha comunque grossi dubbi su cosa sia necessario fare urgentemente: “Innanzi tutto, realizzare un sito Enit fatto bene in un inglese perfetto –dice – e poi un uso intelligente della tecnologia”. Senza dimenticare, però, i grandi temi che rendono l’Italia meno competitiva rispetto ad altre destinazioni: “Abbiamo molto – dice – ma abbiamo anche un grande problema di trasporti. Senza infrastrutture non si va da nessuna parte, ma sia il premier che il ministro Franceschini sono molto attenti a questo tema”.