Turismo a rischio paralisi

Arriva come una tempesta annunciata la replica del personale in servizio all'Ufficio per le politiche del Turismo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sul trasferimento di funzioni e competenze del dipartimento al Ministero dei Beni Culturali.

Se ne parla da settimane, ed ora viene a galla una verità scomoda: "Con il famoso emendamento – dice una nota del personale riportata da alcuni organi di stampa - l'Ufficio per le politiche del turismo vedrà bloccate le proprie attività e i propri interventi per un periodo da 3 a 6 mesi, per non parlare poi delle riassegnazioni delle risorse (quelle che rimarranno al turismo visto che nell'emendamento si parla di Ministeri interessati) e del fatto che le risorse già impegnate quest'anno potranno essere utilizzate solo fra un anno".

Insomma, il rischio paralisi sembra essere più di un rischio.

I passaggi della questione
L'emendamento a cui fanno riferimento i dipendenti dell'Ufficio per le politiche del Turismo è stato presentato da una serie di senatori Pdl, fra i quali anche il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Al suo interno si prevede che la denominazione del Mibac cambi in 'Ministero per i Beni, le Attività Culturali e del Turismo' con conseguente trasferimento di funzioni e competenze relativi all'industria turistica dal dipartimento di Palazzo Chigi al dicastero di via del Collegio Romano.

Un'azione che, secondo i dipendenti, porterà a una sorta di blocco delle attività. "È questa la linea strategica? - si legge nella lettera del personale - Niente progetti innovativi, niente reti di impresa, niente fondo per la sicurezza dei turisti in montagna, blocco degli stipendi per l'Enit- Agenzia nazionale del turismo".

Il nodo della vicenda
Nella sostanza, si tratta di uno scontro fra due diverse opinioni sul mantenere o meno il Dipartimento di via della Ferratella (nella foto) indipendente dal Mibac.

"Non sarebbe stato meglio - si chiede il personale nella lettera - attivare immediatamente la delega al ministro per i Beni Culturali, che si sarebbe avvalso di un Ufficio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, che avrebbe sicuramente assicurato una immediata operatività della struttura e avrebbe risposto a tutto il mondo del turismo che richiede una governance centrale?".

E la nota sindacale si chiude su toni amari: "È paradossale che un emendamento inserito in un decreto-legge renda di fatto e per molti mesi impossibile qualsiasi intervento nel settore".

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