Una giornata sul Giglio per l’ultimo viaggio della Concordia

Costa Concordia, il giorno prima.

Sull'isola del Giglio, domenica 13 luglio, splende il sole. Può sembrare un'informazione poco importante, ma così non è. A poche ore dal countdown per l'ultimo viaggio di Costa Concordia, è proprio questo cielo terso a scongiurare rinvii e a dare il via definitivo alle operazioni.

L'isola del Giglio torna ad essere la quinta di un teatro, allestito per l'ultimo - si spera - spettacolo di un dramma lungo 2 anni e mezzo. Nelle vie che si diramano dal porto, i turisti si stringono per lasciar passare sciami nervosi di cameramen, assistenti, fotografi, giornalisti, uomini e donne con cartelle da lavoro al seguito. Sono centinaia. Si muovono veloci e compatti verso la press room allestita per la conferenza stampa, mentre, a qualche metro di distanza, un parcheggio ospita una ventina di furgoni con le fly pronte a trasmettere alle tv di tutto il mondo.

Per la "più grande operazione di recupero nel suo genere", come la definisce Michael Thamm, a.d. di Costa, è tutto pronto. E il merito, secondo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, è tutto della compagnia di crociere. "Non dobbiamo lasciarsi andare a facili entusiasmi - ricorda Gabrielli -, ma dobbiamo ringraziare la parte privata del gran lavoro fatto finora". Un impegno che è costato 1 miliardo di dollari, al netto dei 100 milioni necessari per lo smantellamento e ad eventuali indennizzi per l'isola. Perché il Giglio, involontaria bara di 23 morti ingoiati dall'acqua, è una delle vittime principali di questa tragedia e vuole che i riflettori puntati sulla sua costa, dopo 31 mesi di assedio, siano finalmente spenti.

"Vogliamo tornare alla nostra vita", dice Carla dal bancone del suo bar. "Vederla tutti i giorni lì è triste" ammette il proprietario di un bazar vicino al porto, riferendosi a quella che i gigliesi chiamano, ormai, 'la nave'. Intanto, a pochi metri di distanza, la Concordia riposa, abbandonata e silenziosa.

Solo i traghetti le passano accanto. A bordo, qualcuno la immortala nell'ultima fotografia; altri la osservano con la coda dell'occhio, a testa bassa. Come se fosse possibile ignorare le sue 112mila tonnellate e la sua incredibile storia.

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