I tre motivi per scegliere se entrare in agenzia o da Cartier

Purtroppo, il momento in cui capii a cosa serve la vetrina di un'agenzia di viaggi è legato a un momento della mia vita di cui vado molto poco fiero.

È un episodio che avrei preferito non raccontare e che getta una luce sugli aspetti peggiori di me. Ma vi assicuro che, in quella occasione, non avevo altra scelta.

Ironia della sorte, i fatti di cui vi racconterò ora si sono svolti durante un viaggio. Protagonisti: il sottoscritto, la moglie e due amici. Location: la celebre Stephansplatz a Vienna.

Quello che accade in vacanza rimane in vacanza, quindi vi prego di tenere la cosa per voi.

Stavamo passeggando amabilmente godendoci i palazzi e l'aria asburgica della zona, quando il nostro occhio cadde su una delle vetrine che si affacciava sulla celebre piazza.

Era un negozio di Cartier.

Il 'cafonal' (per dirla alla Dagospia) che era in noi si risvegliò con un sussulto. Anche mia moglie (che in genere è la metà sana di mente della coppia) cedette. E fu subito gara.

Setacciammo le vetrine dei negozi nelle vicinanze alla ricerca del prezzo più alto. Una competizione fine a sé stessa, senza premi. Urlammo da un capo all'altro della piazza (peggio degli italiani schizzati fuori da un'infima cartolina per stranieri) le cifre lette sui bigliettini.

Vinse, se ricordo bene, un orologio da 35mila euro. Che, ça va sans dire, nessuno di noi acquistò. Del resto, non ci passò neanche per l'anticamera del cervello di entrare in uno dei negozi in questione. Semplicemente perché (complici anche la tenuta da globettrotter e la pulizia approssimativa tipica del tour itinerante), non eravamo il loro target.

Solo ripensandoci in seguito focalizzai i due elementi della storia: primo, avevamo guardato a fondo le vetrine; secondo, ce ne eravamo tenuti bene alla larga. Risultato? Erano delle ottime vetrine. Perché, senza neanche ragionarci su, avevamo capito benissimo che non eravamo interessati alla merce disponibile (solo al prezzo, ma questa è un'altra storia).

Il deplorevole episodio di cui sopra mi è tornato alla mente leggendo un articolo comparso su Marketing Low Cost, in cui si enumerano le tre funzioni del 'lato strada' di un negozio. Funzioni che, ovviamente, si adattano perfettamente anche a un'agenzia di viaggi.

1. Dare informazioni sul tipo di prodotto venduto
Provo a tradurre, mettendomi nei panni del cliente: il 'negozio' che ho davanti vende viaggi? Vende sogni? Vende prezzi? Vende esperienze?

2. Comunicare il livello dell'offerta
Provo ancora a tradurre, sempre mettendomi nei panni del cliente: appurato che quella che ho di fronte è un'agenzia, cosa potrei cercare? Se in vetrina vedo sconti, entrerò principalmente se avrò bisogno di sconti. Se 'vedo' emozioni, entrerò per cercare emozioni.

3. Trasmettere l'essenza del brand
No, qui mi fermo. Il punto di vista del cliente non mi basta più. Qui ci vuole tutta l'abilità di un consumato agente di viaggi. Individuare il 'vostro' brand, i valori dell'agenzia e come comunicarli è un'impresa non semplice. Perdonatemi.

PS: Questa volta non ho chiamato in causa Edoardo per due motivi: il primo è che all'epoca dei fatti non era ancora in questo mondo, il secondo è che sta dormendo e non mi sembrava il caso di disturbarlo. Leggete piano, per favore, se no si sveglia.

twitter@fra_zucco

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana