Tre annidi rincari per il turismo

La corsa dei prezzi nel turismo non sarebbe colpa di alberghi, alloggi e ristorazione, ovvero di quelle aziende che vivono di viaggi e vacanze. L'affondo arriva da Fipe Confcommercio che, calcolatrice alla mano, tira le somme delle ultime stagioni.

Secondo le cifre comunicate dall'associazione, dal primo semestre 2011 al primo semestre 2014 i prezzi di beni e servizi relativi al turismo sono aumentati complessivamente dell'8,8 per cento, contro una media generale dei prezzi al consumo di +5,3 per cento nello stesso periodo di tempo.

Ma "a tirare su i prezzi - si legge nel comunicato Fipe - sono stati principalmente carburanti e servizi pubblici". Queste le voci principali: "Il gasolio per mezzi di trasporto - afferma ancora l'associazione - è aumentato di oltre 18 punti percentuali ed insieme al trasporto aereo detine il record degli aumenti". Sotto osservazione anche pedaggi e parchimetri, a +13,8 per cento. I trasporti urbani si 'fermano' a +11 per cento, e ingressi in musei e gallerie registrano un +10 per cento.

"Decisamente contenuti gli aumenti di una camera in pensione e addirittura in calo quelli degli alberghi - prosegue Fipe -. Nei servizi ricettivi risultano piuttosto vivavi, al contrario i prezzi di bed&breakfast e alloggi agrituristici".

Questo il commento di Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe Confcommercio: "È paradossale che gli unici prezzi 'freddi' nel turismo siano proprio quelli dei servizi fondamentali come ristorazione e alloggi. Chi vive di mercato è testimone delle difficoltà che il turismo attraversa e assume comportamenti adeguati alla congiuntura. Grande disinvoltura dobbiamo registrare, invece, nei listini dei servizi pubblici, dove alcuni aumenti sono assolutamente fuori misura".

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