Troppi hotel a Malpensa, l'allarme di Federalberghi Varese

"È necessario che le istituzioni la smettano di giocare e decidano cosa fare per il territorio, se Malpensa è importante o no".

A poche settimane dall'inaugurazione dell'ennesimo albergo della zona, il Moxy, gli albergatori non erigono barricate contro il nuovo hotel, ma si rivolgono ai politici chiedendo loro di fare scelte precise sul futuro dell'aeroporto.

A parlare è il vicepresidente di Federalberghi Varese, Frederick Venturi: "Moxy è il benvenuto - dichiara al giornale La Provincia di Varese -, ma ora c'è da decidere il destino dell'aeroporto. Malpensa è un hub centrale per lo sviluppo del traffico aereo italiano, ma i voli ci devono essere. Come hanno dimostrato i fatti, non è stata Malpensa la causa dei conti in rosso di Alitalia".

Ovviamente alle sorti dello scalo sono strettamente legate quelle degli albergatori, dal momento che solo tra Somma Lombardo e Cardano al Campo le camere sono oltre 1500, senza contare le 400 dello Sheraton, all'interno del T1.

"Il tasso di occupazione delle stanze - lamenta Venturi - non supera il 50 per cento, siamo in zona sopravvivenza, costretti oltretutto a vendere le camere a poco prezzo".

L'anno scorso, secondo Federalberghi Varese, è stato drammatico, il peggiore degli ultimi vent’anni, con i bilanci delle strutture ricettive in profondo rosso. "Per fortuna - aggiunge ancora il vicepresidente, titolare egli stesso di un hotel - il 2014 sta andando molto meglio, ma non siamo ancora fuori dalla zona sopravvivenza o ai livelli del 2007 quando, tra l’altro, c’erano 600-700 stanze in meno in zona, lo Sheraton ancora non esisteva al T1 e l’aeroporto contava 5 milioni di passeggeri in più con destinazioni oltreoceano".

Ora la speranza ha il nome di Expo 2015, "ma l’evento è eccezionale. Il vero problema sarà nel 2016. Sarà il mercato a dirci se la gente vorrà dormire negli hotel a Malpensa, ma si faccia vivere questo scalo".

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