Enit in affannoLa Riforma Radaelli scatena polemiche

Trova diversi ostacoli sul suo cammino la 'nuova Enit' ipotizzata dal commissario straordinario Cristiano Radaelli.

Un'Enit "smembrato, smontato e che diventa solamente un Enit su internet", secondo la definizione di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, non piace alle imprese, ai dipendenti e, si sussurra, neppure al Ministero. A far scoppiare le polemiche l'audizione tenuta ieri da Radaelli di fronte alla Commissione Attività produttive del Senato, durante la quale il piano di ristrutturazione proposto dal commissario è stato attaccato sia dalla senatrice Pd Elena Fissore che, appunto, da Bernabò Bocca.

Non solo. Un comunicato del Cida, la Federazione dei dirigenti e della alte professionalità della funzione pubblica, mette nero su bianco le criticità della proposta Radaelli.

Da un lato la mancanza di fondi. Secondo Bocca, infatti, l'attuale disponibilità dell'Enit non è di 18 milioni di euro, secondo quanto dichiarato dal commissario, ma di 28: "18 milioni di contributo dello Stato più 10 milioni di entrate - precisa il presidente Federalberghi – contro la Francia con 70 e la Spagna con 83. Di cosa stiamo parlando? Stiamo facendo una riforma, ma stiamo facendo una riforma per trovarci domani mattina con una cosa che a noi imprese non interessa". La questione risorse non è da trascurare, se è vero, come dicono i bene informati, che la prossima partecipazione dell'Italia al Wtm di Londra è seriamente a rischio perché non si riescono a trovare i soldi per pagare stand e spazi.

Dall'altro la situazione di Italia.it. Secondo la senatrice Fissore, infatti, potrebbe essere un errore strategico la scelta di prevedere l’affidamento in appalto esterno dei servizi di gestione del portale.

Ultima, ma non ultima, la questione del personale. Secondo il comunicato Cida, infatti, nella nuova pianta organica spunta l'ipotesti di "mettere in mobilità gran parte del personale attuale, assunto con concorso pubblico, da sostituire con nuovo personale che sarà assunto privatamente", mentre per le sedi estere "la riorganizzazione prevede di affidare gli uffici a dipendenti locali, indebolendo la missione dell’ente all’estero".

L’attività dell’Enit, secondo quanto riporta il comunicato Cida "è fortemente rallentata. Era disponibile per progetti promozionali un avanzo di amministrazione 2013 di oltre due milioni e mezzo, che doveva essere impiegato entro il 31 luglio, ma è rimasto inutilizzato; la campagna pubblicitaria in Europa, il maggior investimento singolo di quest’anno, è stata interrotta per risparmiare risorse; sempre per risparmiare, sono stati richiamati in sede i dirigenti degli uffici all’estero".

Una bella gatta da pelare per il commissario.

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