Il mistero di ArtBonus

A sei mesi dalla presentazione in grande stile dell’ArtBonus, la legge è ancora una bella scatola vuota.

Il provvedimento fortemente voluto dal ministro Dario Franceschini, infatti, ha visto arrivare a conclusione uno solo dei decreti attuativi, quello relativo all’abilitazione delle guide turistiche, che, per altro, è stato sdoganato solo qualche settimana fa.

Ciò che più interessava alle imprese, dagli alberghi alle agenzie di viaggi fino ai tour operator, ossia la possibilità di accedere al credito di imposta fino ad un 30 per cento per una serie di investimenti, è ancora del tutto lettera morta. Così come è rimasta lettera morta la riforma dell’Enit, che ad oggi vive una situazione di stallo con un commissariamento che doveva concludersi prima della fine del 2014 e che invece prosegue senza soluzione di continuità. E c’è chi comincia a sospettare un disegno, dietro questo lungo fermo.

Una situazione che portale associazioni di categoria a far sentire in maniera sempre più tangibile il proprio scontento. "È evidente che, malgrado la crisi, bisogna continuare ad investire nel prodotto, per mantenere alto l’appeal dell’ospitalità italiana, ma così davvero non va". Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Aica, punta il dito sui ritardi del provvedimento.

"L’aspetto preoccupante - aggiunge Renzo Iorio, presidente di Federturismo - è che alla prova dei fatti l’unico intervento fatto dal Governo in materia di turismo si è arenato".

Il giudizio sul Governo resta sospeso, ma certo le imprese si dicono deluse. “Abbiamo accolto con soddisfazione le dichiarazioni iniziali di attenzione al turismo del Ministro Franceschini - sottolinea il presidente di Astoi, Luca Battifora - . Poi, nei fatti, tour operator e agenzie di viaggi non hanno visto nulla di definito. Non facciamo mancare la fiducia al Governo, ma ci aspettiamo di assistere a qualche cambiamento, almeno un segnale nei confronti del settore".

Anche perché, spiega Fortunato Giovannoni, presidente Fiavet "si attendeva l’emanazione dei decreti attuativi entro tre mesi dall’approvazione, ossia ad ottobre 2014. E all’interno di questi ci dovrebbero essere aspetti importanti quali la definizione delle tipologie di spese, le procedure concrete per l'ammissione delle imprese al beneficio fiscale e così via, senza i quali non è ancora possibile per le imprese compensare il credito concesso dalla legge".

Infatti, sottolinea Federalberghi, le imprese sono di fatto ferme su possibili interventi e investimenti perché ad oggi non si sa neppure come sarà possibile accedere al credito di imposta: si accenna all’utilizzo degli F24 mensili, ma sul gossip non si costruisce nulla. “È necessaria la celere definizione dei provvedimenti attuativi previsti dal decreto - dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca - per sostenere la riqualificazione delle strutture turistiche e lo sviluppo del settore.  Strumenti utili, anche se neppure del tutto sufficienti a fronte dello stallo del sistema promozionale, con Enit commissariato da mesi".

Tocca alla politica, ora, battere un colpo

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