Piano strategico per il turismo Le prime anticipazioni

Sarà articolato in soli 4 piani d’azione, non avrà fondi dedicati, renderà uniforme la burocrazia e facile la modulistica, razionalizzerà gli aiuti alle imprese, creerà destinazioni turisticamente omogenee e darà all’Enit un ruolo non solo di promozione ma di interpretazione dei trend di mercato.

Non è il libro dei sogni, ma il nuovo Piano strategico del Turismo che Francesco Palumbo, direttore generale Turismo del Mibact sta tenendo facendo nascere passo passo con un meccanismo partecipativo e di cooperazione fra istituzioni dei diversi livelli e con imprese e associazioni di categoria. E dà qualche anticipazione in un’intervista rilasciata a TTG Italia.

Strumento per favorire gli investimenti
“C’è la necessità di fare un piano strategico che sia utile per chi viene a fare turismo in Italia sia per chi vuole investire e che necessita di condizioni favorevoli e omogenee - spiega Palumbo -. Ma il piano deve essere agile, operativo e soprattutto deve nascere in maniera partecipata”.

E questo spiega l’aver messo nel cassetto il megapiano strategico dell’ex ministro Gnudi “che comunque sarà uno dei tre pilastri su cui costruiremo il nuovo strumento operativo” dice il d.g Mibact. Gli altri pilastri saranno il lavoro del TDLab sulla digitalizzazione, che contribuirà alla creazione di linee guida sugli interventi per l’innovazione delle imprese e le proposte emerse dalla prima edizione degli Stati generali tenutisi a Pietrarsa.

“Due gli obiettivi fondamentali del piano – spiega Palumbo -: migliorare la competitività di un settore che vale il 10 per cento del Pil nazionale e migliorare la fruizione e la valorizzazione in termini di sostenibilità del turismo”. Per realizzare questi obiettivi, è in corso una serie di incontri sia all’interno del Comitato permanente per il turismo sia fra diversi Ministeri “il Mise, il ministero dell’agricoltura, i trasporti, solo per elencarne qualcuno” dice Palumbo, sia con le Regioni.

A queste ultime è affidato il compito di individuare i cosiddetti ‘territori turisticamente omogenei’ che saranno al spina dorsale del Piano: ad essi verrà dedicata al comunicazione, su di essi si concentreranno le azioni di finanziamento e supporto alle imprese. “Su questi territori vogliamo lavorare anche con le associazioni di categoria delle imprese, perché evidenzino quali interventi sono prioritari e quindi quali necessità delle aziende sono da finanziare”.

Nessun fondo legato al piano
Ma non ci saranno fondi dedicati. “Non servono fondi – dice il d.g. – servono priorità di investimento. Il Mibact non mette le mani nelle tasche di nessuno, ma si riserva di dare un ordine di priorità, all’interno del Piano strategico, per la spesa delle risorse, che però rimangono nelle disponibilità degli enti territoriali o delle società competenti”.
E l’Enit? “L’Enit si occuperà non solo della promozione internazionale – spiega Palumbo – ma anche di comprendere la domanda dei diversi Paesi e di indirizzare prodotti e proposte a seconda dei diversi mercati”.

La consegna del Piano è prevista per luglio, ma maggiori dettagli saranno dati nel corso di ‘Pietrarsa 2’, gli Stati Generali edizione 2016 che si terranno dal 7 al 9 aprile prossimi. “Metteremo online il lavoro fatto fino a quel momento e apriremo ad un dibattito pubblico con stakeholders e attori selezionati del comparto per arrivare alla versione definitiva, che sarà molto operativa e comprenderà 4 soli piani d’azione: Governance e organizzazione, Valorizzazione dell’offerta turistica nazionale, Impresa e sistema produttivo del turismo e Marketing” conclude.

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