L'uomo che crea le destinazioni italiane

Secondo Style Magazine del New York Times, è l’uomo che ha costruito il turismo a Ragusa.

A lui si deve la nascita di Kamarina a Marina di rRgusa, lanciata prima ancora che il Club Med ne facesse una delle sue basi in Sicilia, ed oggi di un boutique hotel, questo in centro città, La Moresca, che merita citazioni come venue d’eccellenza.

Ma a lui si deve la creazione, anche, di altre destinazioni: da Limone Piemonte, passata da paesino sconosciuto di montagna a meta neve 40 anni fa, alla Perla Ionica di Acireale, oggi in fase di faticosa ristrutturazione ma “che è stata un momento importante per il turismo nell’isola".

Il signore che fa nascere le destinazioni turistiche si chiama CarloMaria Grassi, il NY Times lo definisce un hotel designer, ma il suo lavoro, in estrema sintesi è “prendere una struttura, costruire una storia e creare una destinazione tutto intorno”.

La storia di Limone e Kamarina
Così ha fatto, ad esempio, con Limone Piemonte. “Il proprietario del Grand Hotel Limone Piemonte mi chiamò a gestire la struttura: ho immaginato una proposta sci che potesse essere di appeal. Ricordo che 40 anni fa, portavamo gli svedesi a sciare a Limone. Ci davano dei pazzi. Noi li facevamo atterrare a Nizza e andavamo a prenderli. Funzionò”.  

Così ha fatto con Kamarina e con la Perla Ionica, ma oggi, dice, “il turismo è cambiato, e lo stiamo vedendo anche nelle azioni del grandi player: una volta la grande struttura da 2.000 o 3.000 posti, che concentrava tutte le attività al suo interno, che offriva tutta una vacanza, era il top, era considerata un prodotto di lusso”.

Negli anni Grassi è poi passato ad occuparsi di incentive, di marketing territoriale, di tutto il ‘below the line’ del turismo.

Oggi prodotti di nicchia
Oggi la sua attenzione si focalizza invece su prodotti di nicchia. Come La Moresca, appunto. Quindici camere, cura maniacale del dettaglio sia nel restauro sia nell’offerta.

“Il lusso oggi è fatto di nicchie – dice Grassi -. Una volta si ragionava in termini di charter, oggi ogni destinazione deve ragionare in termini di unic selling proposition per essere attrattiva. È necessario, quindi, che la struttura si integri con il territorio che la circonda, che diventi veicolo del territorio. Il valore aggiunto è l’autenticità e la condivisione di esperienze”.

Il lusso, in sostanza, “è vendere coerenza – dice Grassi – fra struttura e territorio, fra quello che si promette e quello che arriva al cliente. Il cliente di lusso non vuole delusioni, si aspetta che il prezzo rispecchi appieno a qualità, vuole essere accolto e accudito, dalla struttura e dalla destinazione”.
Ne consegue che invece il lusso, per chi offre ospitalità, è la capacità di accogliere e di avere contatti positivi con il cliente. “Serve personale preparato, competente. Non ci si può inventare”.

Le nuove sfide
Il futuro, dopo 40 anni nel turismo, è ancora pieno di sfide. “Sto per lasciare la Sicilia – dice -. Sto guardando a nuove realtà”. Dove nascerà la nuova destinazione che non ti aspetti, quindi? “Sto guardando al Piemonte. Ha tanti asset unici, come l’enogastronomia o il vino, e ha la vicinanza con il mare, con la Costa Azzurra. Poi c’è Torino. Vedremo…”

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