Abolizione dei Buoni Vacanze, prime reazioni del settore

Prime reazioni dei player di settore alla decisione presa dal ministro del Turismo e per lo Sport Piero Gnudi di togliere il finanziamento dei Buoni Vacanze per il 2012 , bloccando l'erogazione dei fondi già stabiliti per il 2011 e limitandone l'emissione fino al prossimo settembre.

In un comunicato Buoni Vacanze Italia, promotore e gestore del sistema, esprime dissenso per un provvedimento che definisce "penalizzante, che deprime la domanda e spreca un'importante occasione di sviluppo". Secondo l'associazione proprio il settore del turismo avrebbe bisogno di un intervento forte a sostegno della domanda interna a partire dalle fasce sociali più deboli. In questo quadro si sottolinea "l'incongruenza di una decisione paradossalmente assunta nel quadro di iniziative governative che avrebbero dovuto semplificare e sviluppare l'economia".

I Buoni Vacanze, tra l'altro, secondo l'associazione non comportano la creazione di infrastrutture come agenzie, unità di missione, siti, consulenti, "evitando quindi dispersione di risorse e garantendo la massima efficacia dello strumento. L'investimento statale è poi ampiamente ripagato dall'effetto moltiplicatore generato dalla spesa turistica e dal conseguente aumento del gettito fiscale".

Per queste ragioni, rappresentanti di quasi tutte le forze politiche hanno sottoscritto una proposta di legge che prevede sostanzialmente l'estensione anche nel nostro Paese del modello francese che, oltre a stimolare la domanda interna e la destagionalizzazione, consente una parziale defiscalizzazione tributaria e degli oneri sociali.

Interviene sul tema anche Cts: "La nuova disposizione ci lascia sgomenti - afferma il segretario generale Domenico Iannello -. La congiuntura economica in atto è talmente grave e talmente penalizzante che tale decisione va a colpire non solo le fasce più deboli, ma mette in ginocchio la domanda interna di turismo e il processo di destagionalizzazione partito con i Buoni Vacanze".

Cts chiede, quindi, a gran voce un ripensamento del ministro sulla decisione assunta: "Crediamo che questo strumento possa essere messo in discussione e quindi sia migliorabile - conclude Iannello -, ma da qui ad eliminarlo completamente ci sembra davvero troppo".

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