La Sardegna recupera i fari e li trasforma per il turismo

I fari della Sardegna saranno trasformati in strutture ricettive per il turismo.

La Regione ha varato un progetto per la valorizzazione di 15 aree costiere dove sono presenti fari, torri, immobili e infrastrutture.
La cifra stanziata è di un milione e 280mila euro per il triennio 2013-2015, e le prime ipotesi di riutilizzo delle strutture prevedono un uso misto culturale e ricettivo.

"Il Programma integrato di valorizzazione del patrimonio marittimo costiero della Sardegna - ha spiegato l'assessore per la Difesa dell'Ambiente, Andrea Biancareddu - consentirà di restituire al nostro paesaggio siti suggestivi ormai in disuso e permetterà di accrescere le potenzialità turistiche delle nostre coste".

Sei, in particolare, le aree interessate dal progetto. Si tratta dei fari di Razzoli e Punta Filetto, sull'isola di La Maddalena, quello di Capo d'Orso, a Palau, il faro di Capo Mannu; delle stazioni semaforiche di Capo Figari (Golfo Aranci), di Capo Ferro (Arzachena), Punta Falcone (Santa Teresa Gallura), Punta Scorno (Asinara, Porto Torres) e Capo Sperone (Sant’Antioco); le stazioni di vedetta di Puntiglione, Testiccioli, Marginetto a La Maddalena e Capo Ceraso a Olbia. Inoltre, la Gran Torre di Torregrande, a Oristano, e la Stazione dei Segnali di Capo Sant’Elia, a Cagliari.

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