Fenomeno Cuba: cosa cercano i turisti italiani

Oltre 134mila italiani da gennaio ad agosto e un aumento del 45 per cento rispetto allo scorso anno: bastano queste cifre a far comprendere l’entità del fenomeno Cuba per il mercato italiano. Un mercato che sta cambiando volto, come spiega Aleida Lydis Castellanos, delegata del Turismo dell’Ambasciata di Cuba in Italia.

“Il Paese - conferma la delegata (nella foto) - sta riscuotendo un successo senza precedenti in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione. Le cifre sono strabilianti, certo, ma quello che ci soddisfa ancora di più è l’evoluzione del turismo italiano sull’isola”.

Il club non basta: i turisti vogliono i tour
Sono infatti definitivamente tramontati i tempi in cui Cuba era vista come mera destinazione balneare e i turisti non uscivano dal perimetro dei villaggi. “Ora - sottolinea - vogliono andare a esplorare la destinazione e uniscono al mare i tour alla scoperta del nostro patrimonio architettonico e naturalistico”.

Una tendenza confermata anche dai t.o., che sottolineano l’impennata di vendite per i circuiti, facilitati anche dall’aumento dei voli dagli scali alternativi a quello della capitale: “Bpa e Neos consentono di atterrare a Cayo Largo, Varadero, Holguin, ma anche Santiago de Cuba e Camaguey: un servizio essenziale per un Paese lungo 1200 km. In questo modo infatti, è possibile guadagnare tempo prezioso evitando i trasferimenti da e per L’Avana”.  

L'exploit delle case particulares
Ma il mutamento di abitudini degli italiani si riflette anche sulla tipologia di sistemazione: “Sempre più spesso la scelta ricade sulle case particulares, le abitazioni private che combinano una ricettività d’alta gamma alla possibilità di vivere a contatto con la popolazione locale. Dalle 11.500 dello scorso anno siamo ora passati a 16mila unità di questo tipo e anche i t.o. italiani le hanno inserite in programmazione”.

Il Paese sta, dunque, ripensando la sua offerta ricettiva per venire incontro alle esigenze dei nuovi turisti con sistemazioni alternative ai grandi hotel e agli all inclusive. Ciò non toglie che lo sviluppo prosegua anche sul fronte della ricettività classica, quella alberghiera: “A partire dal 2019 - spiega la responsabile dell'ente - le camere nuove saranno 5mila l’anno, per arrivare al 2030 con 103mila camere in più”.

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