Cambiamento climatico e staycation: ecco perché il Mare Italia non funziona

Il rallentamento dei flussi sul Mare Italia è uno dei dati principali che stanno emergendo in questa estate 2019. Un dato che si attribuisce alla riapertura di mete alternative e al caro prezzi di alcune destinazioni tricolori. Ma potrebbe esserci un motivo più profondo e più insidioso dietro questo stop dei nostri lidi. È la teoria di Josep Ejarque, amministratore unico di Four Tourism, che evidenzia come un rallentamento, quanto meno nella prenotazioni, stia interessando non solo l’Italia ma tutto il bacino del Mediterraneo e sia collegato al tema dei cambiamenti climatici.

“Già nel 2017 e nel 2018 i mesi estivi sono stati i più caldi della storia in Gran Bretagna, Germania, Svezia, Norvegia: ciò ha fatto sì che si stiano rivalutando destinazioni balneari nel mare del Nord e nel mar Baltico e che molti di questi turisti decidano di non considerare il Mediterraneo o le città d’arte come mete dell’estate” dice Ejarque. Non è un caso se nel 2018 il 21% dei britannici ha deciso di rimanere nel proprio Paese per le vacanze estive, dando il via al fenomeno dello ‘staycation’.  

“In Germania e Scandinavia – aggiunge Ejarque – si sta sviluppando un atteggiamento diverso, ossia si rimandano le prenotazioni in attesa di vedere come sarà il tempo meteorologico”.  

A fronte di questa analisi ci attende, quindi, un vero e proprio cambiamento sistemico, un nuovo ciclo che dovrà far riconsiderare l’offerta balneare in tutto il bacino del Mediterraneo.

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