Tahiti, la boutique destination a caccia di italiani

Per Tahiti scatta l’operazione “recupero italiani”. Terzo mercato sino a prima della pandemia, nella scorsa stagione il Belpaese non è stato in grado di cavalcare la mitica Teahupo’o, la grande onda del Pacifico che s’infrange sulle isole della Polinesia Francese: dei quasi 262mila arrivi internazionali (+20% sul 2022 e +11% sul 2019, con un giro d’affari di 710 miliardi di euro e una spesa media procapite di 3mila), sono stati contati solo 5.700 italiani, risultato ancora lontano dai circa 8mila pre-Covid.

“Siamo una boutique destination e non inseguiamo i grandi numeri - ha spiegato Jean-Marc Mocellin, ceo Tahiti Tourisme anticipando il lancio della nuova campagna promozionale “Feel what we feel - in the islands of Tahiti” - anche perché, per ora, abbiamo posto il limite massimo di 280mila arrivi all’anno”.

Tahiti Tourisme spinge per la creazione di strutture d’accoglienza a basso impatto ambientale, come le soluzioni di petit hotellerie, per favorire la distribuzione dei flussi sulle isole più remote, mentre a Papeete sarà sviluppato un terminal d’accoglienza per crociere sotto i 500 passeggeri.

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