Il commento del direttore
Remo Vangelista
"L'attacco del Sinai non ha avuto alcun impatto negativo sul turismo". Hisham Zaazou, ministro del Turismo del nuovo governo egiziano guidato da Mohamed Morsi, si affretta a rassicurare i mercati dopo il conflitto a fuoco degli scorsi giorni.
"Non ci sono state cancellazioni - ribadisce Zaazou - e ho rassicurato personalmente agenzie e aziende turistiche che mi hanno contattato: per il presidente Morsi la sicurezza nel Paese è una priorità assoluta".
Per la politica egiziana è senza dubbio una priorità preservare la macchina turistica del Paese ed è altrettanto fondamentale evitare altri scossoni che potrebbero rallentare i flussi turistici. Elhamy El-Zayat, capo del Tourism Federation egiziano monitora costantemente quanto accade nel Paese e come alcuni accadimenti, soprattutto gli scontri tra diversi gruppi religiosi, vengono percepiti dai bacini turistici stranieri. "Le perdite nel 2011, secondo le nostre stime - puntualizza El-Zayat -, sono state superiori a 833,3 miliardi di dollari e un terzo dei lavoratori del settore, che impiega 4 milioni di persone, ha perso il posto di lavoro".
Rischi troppo alti per l'economia del Paese che la nuova classe dirigente non intende più correre.
L'obiettivo da inseguire invece è quello dei 12 milioni di turisti per il 2012, già annunciato dal precedente ministro del Turismo, Mounir Fakhry Abdel Nour. I primi sei mesi dell'anno hanno portato in Egitto 5,24 milioni di visitatori, il 27 per cento in più rispetto al 2011.