Non ci resta che ridere

Col passar del tempo i nostri ricordi di viaggio diventano irrevocabilmente sbiaditi, ma di ogni viaggio ci rimane sempre qualche particolare indimenticabile: un incontro speciale, un luogo che ci ha particolarmente colpito come il Taj Mahal o Macchu Picchu, o qualche bellezza della natura come un tramonto sul Rio della Plata o sulle Dolomiti.

Del mio recente viaggio nelle Filippine - oltre all'estrema gentilezza e ai sorrisi dei filippini - serberò due ricordi, uno gastronomico e l'altro comico. Il primo è stato una straordinaria cena al Nobu Hotel Manila nel ristorante dell'omonimo chef pluri-premiato. Una carrellata di eccellenze da mozzare il fiato, otto portate, ognuno un capolavoro, coronate dal piatto d'autore, un tiramisù di cioccolato, mandorle e noci, con mousse di cioccolato bianco e glassa di fondant che, credo, renda l'idea dei livelli dell'arte culinaria raggiunti dal grande Nobu Matsuhisa.

Il secondo ricordo è un esempio di come, per una manciata di secondi, un episodio banale può mutarsi in commedia. Durante una conferenza stampa al Centro Congressi di Manila mi hanno rubato il cellulare e mi sono recata nel più vicino distretto di polizia per fare la denuncia. Garbatissimi i poliziotti del Criminal Investigation Detective Group, ma prima di rilasciare il documento, hanno voluto tornare sulla scena del crimine per fare un sopralluogo.

E sono entrata nel Centro Congressi, scortata da otto rappresentati delle forze dell'ordine, proprio nel momento in cui a fine giornata uscivano i delegati - oltre un migliaio tra espositori, buyer e giornalisti internazionali accreditati - sotto gli sguardi frastornati e increduli dei miei tanti amici.

E poi giù le risate, quelle nostre e quelle del Capitán Martín e i suoi uomini.

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