Baraccopoli con vista

I tour in favela piacciono molto ai turisti che visitano la splendida città di Rio de Janeiro. Ma quando l'ho fatto io molti anni fa entrare nella favela di Rochina era una novità, ed erano pochi quelli pronti a 'rischiare' una visita alla più famigerata bidonville carioca.

Ci sono venuti a prendere davanti all'hotel tre giovani di colore dall'aspetto poco rassicurante e dagli occhi duri. Ci hanno fatto sedere sul fondo di metallo del loro vecchio pick-up, e con poco riguardo per la nostra comodità - o forse proprio per farci capire che anche se erano meninos da favela noi eravamo nelle loro mani - a velocità folle siamo saliti le curve della strada tortuosa che dalla bellissima spiaggia di São Conrad porta a Rochina, già allora la più popolosa baraccopoli della città.

Scesi dal vecchio camion, a piedi siamo saliti per una ripida scalinata tra case e baracche accatastate l'una sopra l'altra, fatte di materiali di scarto, mattoni e lamiere di alluminio in un groviglio pazzesco e pericolante. Il ragazzo che parlava un po' d'inglese ci ha spiegato che da poche settimane portavano qui piccoli gruppi di turisti, che era vietato allontanarsi dal gruppo e che i soldi andavano al fondo comune per migliorare i servizi autogestiti della favela.

Camminando su per le stradine, con fogne aperte su un lato, ci siamo fermati in una scuola elementare con banchi fatiscenti e bambini allegri, abbiamo incrociato un gruppo di  donne sorridenti addette alla pulizia dei vicoli, e abbiamo incontrato uno dei capi della favela, un signore magro con i capelli grigi che ci ha fatto salire ancora più in alto.

Portandoci dentro una palestra all'aperto ci ha spiegato che era qui che i ballerini del gruppo samba di Rochina si allenavano per il Carnevale. E allargando le braccia ci ha fatto notare, sotto la favela a metà collina, un quartiere di ville eleganti con piscine e macchine di lusso e, in lontananza il mitico Pan di Zucchero e il Cristo Redentore.

E ridendo ci disse: "I ricchi che vivono qui sotto pensano di avere tutto. Ma vogliamo mettere la nostra vista?  E la più bella al mondo, e quella mica ce l'hanno loro."

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