L'uragano non guarda in faccia a nessuno

Sono le 22:34 di un mercoledì sera che potrebbe essere un mercoledì sera qualunque. Ma nel veneziano, come saprete, non è stato così.

Nel pomeriggio, mentre sulla mia agenzia cadeva una copiosa grandinata, a pochi chilometri di distanza si stava consumando l'apocalisse, a causa di una violentissima tromba d'aria che ha provocato una vera e propria devastazione, lasciando dietro di se intere famiglie senza casa e un bollettino di numerosi feriti e un morto.

Poi arrivano le 22:34 e suona il telefono. Orario atipico e numero sconosciuto: la chiamata proviene dal Canada da una splendida cliente in viaggio di nozze che però ha la voce cupa di chi il viaggio proprio non se lo sta godendo. "Devo rientrare, mio papà è morto nella tromba d'aria di oggi".

Il sangue mi si gela nelle vene: ogni frase di circostanza appare così inadeguata che dalla mia bocca faticano a uscire le parole.

Terminata la telefonata e avviate con l'assicurazione le procedure di rientro anticipato, mi sono abbandonato sul divano con il nodo alla gola e una grande tristezza.

Seppur le tutele del pacchetto turistico abbiano funzionato alla perfezione, ancora adesso fatico a trovare parole adeguate da dire a questi sposi che purtroppo legheranno per sempre il ricordo del loro viaggio di nozze non al Canada, ma al triste destino provocato da un uragano a Venezia.

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