Tutti i difetti dei crocieristi

Sono appena rientrato da una crociera ai Caraibi in cui, per la prima volta, ho provato quella strana sensazione di giocare 'fuori casa'.

La Oasis of the Seas fa parte delle tre gemelle più grandi al mondo e trovarmici a bordo a Fort Lauderdale mi ha dato la sensazione di essere in una Babele di 6mila abitanti in cui la lingua anglo-americana si mischiava principalmente con quella spagnola e quella portoghese.

Definiamola una Babele molto...ordinata.

Recentemente, tra l'altro, avevo avuto anche modo di testare la nuova Norwegian Escape sorprendendomi, anche in quel caso, dell'elevata qualità della vita a bordo.

Insomma, più metto il naso fuori dal 'made in Italy' delle crociere, più mi rendo conto che ci sono validissime alternative che in agenzia facciamo fatica a proporre per problemi linguistici (che oggettivamente sussistono) e che tutto sommato ci consentirebbero di offrire ai nostri migliori clienti un'esperienza di livello superiore.

Su Norwegian ho assaggiato ostriche e crostacei e ho testato l'esperienza culinaria dei diversi ristoranti tematici che possono essere inclusi nella quota, scoprendo che la crociera ‘freestyle’ mi piace un sacco.

Su Royal mi sono lasciato sedurre da grandi bistecche ‘american style’, dall'aragosta del Minnesota, dal turno cena libero ‘My time’ e dall'attenzione del personale, in particolare verso le mie bambine, che sono state coccolate sempre e ovunque.

Sia su Norwegian che su Royal mai una coda, mai un affanno, mai uno sgomitamento al buffet con sedicenti crocieristi con piatti pieni fino all'inverosimile. E aggiungo l'educazione generale dell'americano a bordo che non occupa mai il lettino prendisole con l'asciugamano, che chiede sempre 'permesso-scusi-grazie', che ti saluta sempre, che ti sorride, che ti ripete volentieri una frase se non hai afferrato al volo quello che ti ha detto con quell'inglese strascicato.

Se penso al crocierista italico che si riempie le proprie bottiglie d'acqua al distributore automatico per non comprarla a bordo o che in piscina piazza il suo telo in pole position di buon mattino, per poi usufruirne al pomeriggio...

D'altra parte, l'effetto dell'abbassamento del prezzo medio ha avuto conseguenze sul calo della qualità del passeggero e, talvolta, dei servizi.

Ora è estremamente difficile invertire un trend regressivo e, pur avendo riportato il prezzo medio a crescere, noto una certa difficoltà nel riportare in alto la qualità.

Certo, ora tutti vedono l'Eldorado in Cina dove c'è un'onda da cavalcare, consentendo di disinvestire da un Mediterraneo saturo, in cui l'unico modo di mantenere i prezzi di vendita a livelli accettabili è ridurre la portanza e soprattutto di vendere meno cabine possibili sul mercato italiano.

Una scelta imprenditorialmente inappuntabile, che ha portato un po' tutte le compagnie ad aprire nuove sedi tra Pechino e Shanghai per confrontarsi e affrontarsi allo scopo di rosicchiare la propria fetta di mercato a colpi di riso al curry, pollo alle mandorle e salsa di soia.

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