La commovente agenzia (delle entrate)

A fine novembre mi è capitato di fare un preventivo a uno dei temibilissimi cacciatori di teste dell'agenzia delle entrate. Entra, ci stringiamo la mano e mi dice di essere amico di un mio cliente abituale, il quale gli ha consigliato la mia agenzia di viaggi.

Fatto accomodare mi dice di essere molto stanco, a causa del periodo lavorativo particolarmente faticoso: entro fine anno avrebbe dovuto raggiungere un obiettivo che non poteva assolutamente mancare.

Ho pensato di trovarmi di fronte a un venditore di assicurazioni, di aspirapolvere o di pentole e invece alla mia domanda su quale fosse la sua professione mi ha rivelato, per l'appunto, di essere un cacciatore di teste dell'agenzia delle entrate.

Oggi ripensandoci mi viene da sorridere: in uno sdoppiamento (una sorta di sliding doors) di me stesso, mi sono visto in versione di serial killer e in versione di comprensivo confidente.

Ovviamente ha prevalso la seconda ipotesi, che mi ha permesso di apprendere il perverso meccanismo con il quale lavorano queste persone; trovo clamorosamente ingiusto dare un obiettivo da raggiungere a individui che svolgono una professione cosi delicata: in questo modo li si mette nelle inopportune condizioni di lavorare nel preciso interesse di colpire e fare del male... citando una sua frase: "Volendo, qualcosa si trova sempre".

Ancora oggi vivo un sentimento profondamente controverso nei confronti di questa persona. Di certo non avrei voluto essere una delle ultime ditte che avrebbe visitato durante il mese di dicembre, nel (commovente) tentativo di raggiungere il suo obiettivo.

Questo e altri temi che riguarderanno più da vicino il nostro settore saranno presenti nel blog di settimana prossima che sarà una "lettera aperta da un'agenzia di viaggi al nuovo governo".

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