Il turista e il negoziante

Non c'è niente di peggio, per un turista che sta girando la città pieno di emozione, che entrare in un negozio e trovarsi davanti un barista immusonito, un venditore di souvenir che non spiccica una parola una in una qualunque lingua straniera, un commesso sciatto e svogliato, un gestore scortese e magari anche poco attento alla correttezza.

Nel percorso dell'accoglienza complessiva di un Paese, il ruolo degli esercenti e dei negozianti ha un valore difficilmente sostituibile nel creare l'esperienza di viaggio. Lo ha anche l'atteggiamento dei cittadini, ma questo è un altro discorso.  

Ricordo una conversazione di molti anni fa con un assessore regionale al Turismo particolarmente illuminato. Non cito la Regione, ma mi chiedo quante potranno riconoscersi. Il suddetto assessore, al termine di un'intervista sulle strategie di promozione, mi disse con disarmante franchezza: "Guardi, è inutile investire in promozione, è inutile persino restaurare monumenti se poi quando un turista entra in un negozio c'è chi gli invece di rispondere borbotta o, peggio, fa finta di non capirlo. Io devo educare la mia gente al turismo".

Questa cosa mi è rimasta in testa e mi frulla da parecchio: cosa deve fare (o cosa può fare) una destinazione per 'educare' all'accoglienza?

È un tema, si potrebbe osservare,che riguarda le mete 'nuove', quelle che da poco sono alle prese con i flussi turistici. Nella mia esperienza, purtroppo, ci sono tante destinazioni con un lungo pedigree turistico che avrebbero bisogno almeno di una 'ripassatina' su come approcciarsi con chi arriva e chiede soltanto un po' di cortesia.

C'è chi ci ha pensato. Ed è Torino. Rendendosi conto che molti dei turisti dell'Expo saranno in giro per Torino, o ci dormiranno, e utilizzeranno i servizi (e i negozi) della città, Turismo Torino e Provincia ha fatto la cosa più logica: ha organizzato un corso per i commercianti.

Non che ci si possa mettere a far imparare in un mese l'inglese o il russo a chi non lo sa, ma due dritte sull'approccio da tenere, sui riferimenti che si possono dare a chi si affaccia in negozio anche solo per chiedere un'informazione, quello sì che si può fare.

Così nel mese di marzo, saranno 6 gli appuntamenti dedicati agli esercenti: il format si chiama 'I like Torino', ed è una micro formazione per spiegare a chi i turisti li vedrà da vicino il valore del visitatore e il ruolo unico ed essenziale che hanno i negozianti, che possono essere i migliori ambasciatori delle bellezze e della attrattive della città.

Sarà vero? Non lo so.

Ma se il corso servirà a garantire il minimo sindacale della cortesia nei negozi sarà già un successo.

twitter@cperoglio

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