Retroscena AmadeusBenati: "Vicini alle adv"

Un fiume in piena. Ogni tanto bisogna fermarla per mettere ordine negli appunti.

Andiamo con ordine.

Amadeus archivia un 2014 da mettere in cornice e l’a.d. della sede italiana non ha neppure il tempo di prendere fiato. Pronti via ed è già scattata alla caccia dell’esercizio 2015.

"Adesso bisogna riconfermarsi”, dice Francesca Benati. In questi ultimi mesi ha voluto fortemente riposizionare la sua azienda verso il mondo della distribuzione classica.

Già nello scorso autunno aveva detto a TTG  che era indispensabile riprendere il filo del discorso con le agenzie. "Poi è arrivato con noi Gabriele Rispoli alla direzione commerciale e nel 2014 siamo tornati ad ascoltare, seguire, consigliare – dice Benati - Sembra scontato ma avevamo perso qualche punto, forse la distanza dalle cose che contano".

Riconfermarsi non sarà certo una passeggiata visto che nella passata stagione sono state siglate "quindici nuove partnership con vettori ibridi e low cost che hanno permesso una crescita del 5,2 per cento dei booking realizzati attraverso le adv". Tra queste l’intesa raggiunta con Ryanair. Trattativa difficile ma di forte impatto visto che portare gli irlandesi al tavolo delle trattative è da sempre una sfida ad alta tensione.

Tutto passando attraverso questo nuovo rapporto con le agenzie che la Benati ricorda sottolineando: "Abbiamo realizzato 150 training in sei mesi. Un grande risultato. Non mi piace sentir dire che Amadeus è un puro gds. Noi siamo al centro del mercato e vogliamo sostenere le adv nel loro progetto di digitalizzazione".
Una linea ambiziosa che si confronta con un mercato non sempre dotato di grande sensibilità tecnologica, ma la Benati vuole andare oltre e spiega che: "Stiamo lavorando per presentare soluzioni affidabili ed efficienti; basta aspettare qualche mese. Amadeus non si ferma".

Intanto anche dal centro dati dell’azienda giungono segnali confortanti per l’intero comparto perché "si nota l’inversione. Le prenotazioni in generale sono in ripresa. Le aziende sono prudenti ma noi segnaliamo che qualcosa sta cambiando".

A questo punto sarebbe importante anche cambiare la mentalità e l’approccio alla tecnologia di qualche azienda (numerose purtroppo) ma l’a.d. ci crede: "Bisogna ricordare a tutti che digitale non vuole dire ecommerce. Non cadiamo nel solito errore per favore. Dobbiamo pensare a creare una relazione privilegiata con i clienti".  

twitter@removangelista

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