Occhiali con vista

Benvenuto signor Rossi, il suo volo partirà in perfetto orario e tra 7 minuti inizieremo l’imbarco. Speriamo che il suo trasferimento in limousine sia stato di suo gradimento, nonostante l’ingorgo che avete incontrato. Ha delle richieste particolari per il pranzo a bordo? Gradirebbe una bottiglia dello Syrah che ha recensito ieri sera? Ne approfitto anche per comunicarle che sua moglie a Boston arriverà con qualche minuto di ritardo a prenderla, ma ci sarà lei in persona. Se ha bisogno di altro sono a sua disposizione.

Cliente abituale di cui l’assistente sa tutto? No, due persone che si incontrano per la prima volta nella loro vita, ognuna con il suo ruolo. Da una parte l’addetta di Virgin Atlantic dall’altra un passeggero pronto a imbarcarsi in classe business per ritornare a casa dopo una trasferta di lavoro a Londra, a bordo di un volo Virgin Atlantic. Ma come ha fatto a sapere tutto questo l’assistente Virgin? Magia?

Benvenuti nelle prove di futuro dell’aeroporto di Heathrow, in quell’angolo dello scalo dove la compagnia di Richard Branson sta facendo qualcosa di più di un test: sta verificando l’efficacia dello strumento che potrebbe cambiare il processo di accoglienza dei passeggeri, rendendolo più veloce e personalizzato. Tutto grazie a una delle ultime diavolerie dei geni della Sylicon Valley, i Google Glass. Pochi istanti e una mole di informazioni sul passeggero in arrivo diventano immediatamente disponibili agli assistenti, che possono così interloquire con il cliente come se lo conoscessero da anni.

Dunque, da ora in avanti massima attenzione a cosa scrivete su Facebook, Twitter e quant’altro. Tutto potrà agevolarvi imbarco e volo. Ma anche ritorcersi contro di voi: una critica d troppo non è mai gradita, da nessuno.

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