I t.o. sull'Ebola:"La paura frena i viaggi in Africa"

“Spesso non si pensa che Freetown è più vicina a Roma che a Nairobi...”.

Alessandro Simonetti, titolare di African Explorer e profondo conoscitore dell’Africa, riassume così la questione dei timori della clientela legati ai viaggi in Africa. ‘Viaggi’ in generale, con poche distinzioni tra una destinazione e l’altra. “Si tratta l’Africa come se fosse un Paese, senza ricordarsi che è un intero Continente...”.

Razionali o meno, le paure stanno mettendo alla prova tutte le mete subsahariane “in maniera drammatica”, sottolinea ancora Simonetti. Dal punto di vista della distribuzione, come precisa il direttore commerciale di Open Travel Network Giorgio Lotti, la percezione della clientela è ancora più ‘nebulosa’: “Ci sono timori anche per il Sudafrica. Basta che ci sia la parola Africa e scattano le paure. Bisognerebbe che arrivassero informazioni più precise”.

Tra tutte le mete, “è il Kenya che sembra risentirne di più”, interviene Gian Paolo Vairo, a.d. Welcome Travel. Che aggiunge: “Le vendite invernali in questo momento sono molto penalizzate”. A patire sono anche “Zanzibar, Capo Verde e Madagascar”.

Ma quali sono i meccanismi che scattano tra cliente e agenzia nel momento della scelta della destinazione? “È frequente il caso di clienti che credono di essere già in possesso di informazioni sufficienti da far loro evitare la destinazione - spiega Vairo -. Spesso si tratta di informazioni superficiali o non corrette, che però toccano la sfera personale dei clienti, le loro ansie e le loro paure. Per questo l’agente esperto evita di addentrarsi in spiegazioni e rassicurazioni, ma tende a proporre destinazioni alternative, per cucire quindi un vestito su misura del cliente”.

Massimo Zanon, direttore commerciale de I Grandi Viaggi, non si può dire ancora “preoccupato. Diciamo che stiamo tenendo sotto controllo il fenomeno. Le prenotazioni, comunque, ne stanno risentendo”.

Guardando anche agli altri turisti europei, “l’Italia sta reagendo come gli altri mercati - sottolinea Paolo Rosso, vicepresidente PlanHotel -; quello tedesco risulta un po’ meno isterico”.

I timori dei viaggiatori, mette ancora in evidenza Rosso, disorientano anche gli stessi governi africani. “Le istituzioni usano i canali a loro disposizione per informare del ‘non pericolo’ - prosegue il vicepresidente di PlanHotel -. In questo momento anche loro sono frastornati, non capiscono come sia possibile associare il Kenya a Paesi geograficamente distanti 6.500 chilometri”.

Una voce fuori dal coro arriva da Pier Giorgio Reggio, direzione network di Gattinoni-Mondo di Vacanze. “Guardando i dati, sulle destinazioni in questione non ci sono rallentamenti così evidenti da considerali un problema. Il Kenya aveva perso quota già prima della vicenda Ebola. Per Zanzibar o Madagascar non registriamo particolari sofferenze”.

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