Il caso fuel surchargeServirebbe uno scatto

In questo caso non è una questione di normative o di trasparenza, ma di voglia di comunicare.

Probabilmente in troppe situazioni i tour operator si sentono accerchiati e allora come successo nel caso della fuel surcharge preferiscono non rispondere e si trincerano dietro il più classico dei no comment. Il dibattito è scaturito dopo l’annuncio di Settemari che ha deciso di rimborsare i clienti dopo il calo del prezzo del petrolio.

Forse, soprattutto nelle ultime stagioni, l’intera filiera turistica ha picchiato duro di fronte agli errori dei tour operator, dimenticando che anche il resto della compagnia non brilla certo per trasparenza su alcuni temi.

Perché alcune compagnie aeree quando si tratta di biglietteria e di costo del carburante perdono d’incanto il dono della parola.

In ogni caso serve uno scatto di orgoglio da parte dei tour operator. Vivono la loro attività con grandi sforzi imprenditoriali, ma fuori dalle riunioni di categoria non si fanno sentire. Non hanno santi in paradiso e neppure una grande vicinanza con le banche e questo in molti casi li porta sull’orlo del baratro. I tempi del catalogo e del comunicato stampa a ogni cambio di stagione sono finiti.

I t.o. restano ancora al centro del mercato, ma non devono avere paura di comunicare. Non è più tempo.

Twitter @removangelista

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana