Fuel e sconsiglio: Astoi va all'attacco delle compagnie

È il momento di riscrivere le regole sui rapporti tra tour operator, vettori e agenzie di viaggi. Ad affermarlo è Astoi, che ha preso carta e penna e ha scritto a "dieci tra le principali compagnie aeree in termini di traffico generato per il comparto tour operating", come si legge nella nota diramata dall'associazione.

Come preannunciato nella lettera inviata dal presidente di Astoi Luca Battifora al direttore di TTG Italia Remo Vangelista, l'unione dei tour operator ha aperto un dibattito con i vettori per chiedere "regole chiare e risposte certe", come aveva scritto lo stesso Battifora.

In primo piano, anche perché si tratta di un tema di stretta attualità, gli adeguamenti carburante. Nella missiva inviata ai vettori, come spiega il vicepresidente responsabile del gruppo vettori di linea, Andrea Mele, "è stata rimarcata la non più sostenibile questione relativa alla componente YQ/Supplemento Carburante, che è evidente a tutti essere oramai la tariffa vera e propria, dal valore sempre più elevato, superiore anche di tre/quattro volte la tariffa stessa, non commissionabile e talvolta non rimborsabile".

Una questione che pone problemi soprattutto dal punto di vista dei rapporti con il cliente dal momento che, come sottolinea Mele, i pacchetti dei tour operator "sono regolati dal Codice del Turismo, con restrizioni di gran lunga superiori alla vendita di un solo biglietto aereo". Se le tariffe finite sono disponibili per il cliente finale, afferma ancora il vicepresidente, non lo sono per i tour operator. Questi ultimi, dunque, si troverebbero "in una situazione di difficoltà nei rapporti con i consumatori, con le Associazioni che li rappresentano e con gli Organismi di controllo deputati".

Ma questo non è l'unico tema sollevato. Il dibattito comprende anche "il 'ticket time limit' e i depositi a garanzia di allotment/gruppi"

E in causa viene chiamata anche la questione warning, oggetto ormai di molte discussioni nell'intera filiera turistica. Astoi chiede infatti di aprire un confronto con le compagnie sull'"applicazione delle penali, in caso di cancellazione dovuta all’emissione del cosiddetto 'sconsiglio' sulle destinazioni da parte del Ministero degli Esteri o in caso di altri impedimenti".

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