Viaggi e mete a rischioIl legale chiarisce i dubbi

“La liberatoria va bene, ma è l’ultima misura da attuare”. Su questo punto l’avvocato di Fiavet Nazionale Federico Lucarelli è chiaro: la tutela dell’agenzia dalle rimostranze dei clienti non si può esaurire con una firma al fondo di un foglio.

“Spesso si pensa che la liberatoria sia una sorta di salvacondotto - prosegue l’avvocato -, ma deve essere la formalizzazione di una sostanza”. Il tema, che è stato oggetto di un incontro organizzato a Torino dal network Fespit, verte sul concetto di ‘rischio latente’. Una ‘zona grigia’ che sta a metà tra la località coperta da Sconsiglio (eventualità normata dal Codice del Turismo) e la destinazione sicura.

“L’esempio che faccio - aggiunge l’avvocato - è quello dei rischio clinico, ovvero quando si firma un consenso informato per un determinato intervento che potrebbe avere delle conseguenze”. L’idea è dunque quella dell’assunzione consapevole del rischio di viaggio da parte del turista. Una modalità che deve svolgersi, secondo Lucarelli, in tre passaggi. “Il primo è l’informativa verbale, con l’offerta di altre mete - enumera - Il secondo è la stampata dell’avviso pubblicato sul sito ‘Viaggiare Sicuri’, da far firmare al cliente per presa visione; la terza è la contrattualizzazione di tutto questo, ovvero la classica manleva, dove il turista afferma che è stato informato e che accetta i rischi”.

Il tutto è orientato anche a difendersi sul fronte della finalità turistica del viaggio, spesso addotta come motivazione per ritirare una prenotazione. “Capita a volte che qualcuno prenoti e poi torni in agenzia dicendo che, dopo aver parlato in famiglia o con conoscenti, reputi che la situazione del Paese scelto come meta secondo lui farebbe venire meno la finalità turistica, ovvero di svago, del viaggio”. Un esempio è quello di una destinazione in cui vige il coprifuoco, e che per questo potrebbe risultare meno ‘fruibile’ rispetto ad altre. Una limitazione che il turista dovrebbe accettare consapevolmente.

“Il nostro indirizzo è stato recepito in maniera informale anche dalla Farnesina - afferma Lucarelli -. Nell’avviso sull’Egitto del 3 febbraio scorso si accenna al fatto che i turisti devono essere consapevoli della situazione del Paese e che possono chiedere informazioni e chiarimenti ad agenzie di viaggi e tour operator”.

Francesco Zucco

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