Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un ponte verso Oriente per Valtur. Lo storico brand, passato a Orogroup, sta valutando alleanze all’estero. Il presidente Franjo Ljuljdjuraj (nella foto) parla di contatti in Cina e a Dubai con soggetti “interessati a investire nel settore”, come riporta un articolo pubblicato da ilsole24ore.com.
La prospettiva internazionale, del resto, non sembra dispiacere all’imprenditore. Che, anche dal punto di vista della clientela, guarda oltre i confini. Gli stranieri pesano ora per il 20 per cento sulle prenotazioni (contro un totale di 1,2 milioni di presenze nel 2014), con Polonia, Svezia, Germania, Norvegia e Francia tra i principali bacini di riferimento. Come afferma il quotidiano finanziario, il colosso delle vacanze Thomas Cook ha investito su Valtur 6 milioni di euro per il 2016.
Intanto, Valtur progetta l’espansione dell’offerta. Da questo punto di vista, le spiagge italiane hanno un ruolo di primo piano, ma il tour operator non rinuncia ad ampliare il raggio d’azione anche sui litorali del medio e lungo raggio. Per l’estate 2016 sono attese sei nuove strutture, di cui tre in Italia (Calabria, Puglia e Toscana), uno a Cuba, uno in Grecia e uno in Croazia. Il tutto per 2.600 camere in più per la prossima alta stagione. Obiettivo di fatturato, 85 milioni di euro.
Ma Cuba non sarebbe l’unica destinazione long haul a entrare nel mirino di Valtur, che starebbe valutando anche progetti in Messico e Repubblica Dominicana.
E i fondi? Sempre secondo quanto affermato dal sito del quotidiano, l’ossigeno per gli investimenti dovrebbe arrivare da un aumento di capitale (già deliberato) da 5 milioni di euro, che porterà la capitalizzazione compressa a 12 milioni. Un’operazione portata avanti d’intesa con UniCredit, Venetobanca e Popolare Vicenza, ovvero il team di banche che aveva supportato l’imprenditore all’epoca dell’acquisizione di Valtur.
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