Phone&Go a fine corsa

Da mesi stava lottando per cercare di tenere in piedi Phone&Go. Alla fine Fouad Hassoun ha dovuto alzare bandiera bianca. È partita così l’istanza di fallimento e fine corsa per uno degli operatori più noti sul mercato.

La crisi pesante su Tunisia e Mar Rosso ha sancito la fine del tour operator di Pistoia che, solo qualche anno, fa siglava contratti di peso con i vettori charter.

Come già successo la scorsa estate, anche questa volta Fouad non si è nascosto. “Non si poteva più andare avanti - ha detto a TTG Italia il presidente del t.o. -. La situazione di mercato la conoscono tutti e negli ultimi tempi ho dovuto mettere tanti soldi di tasca mia per salvare per l’azienda. Oggi non ci sono più i presupposti per proseguire l’attività. È un modello di business finito. Basta con il tour operating”.

Solo pochi mesi fa lo stesso Fouad, dopo la richiesta di concordato preventivo presentata al Tribunale di Pistoia, aveva detto: "Stiamo lavorando anche in previsione dell'inverno prossimo, rivisitando la programmazione. Phone&Go Spa ha fatto richiesta di un concordato in bianco, e allo stesso tempo ha affittato il ramo d'azienda a Phone&Go Srl, proprio per dare continuità in maniera lineare a tutto il lavoro del tour operator. La procedura di concordato è stata adottata proprio per mantenere il proprio ruolo all’interno del mercato dei tour operator charteristi italiani”.

Operazione che non è chiaramente servita per tenere in piedi l’operatore. L’imprenditore non uscirà comunque dal mercato turistico, visto che resta attiva la società di gestione alberghiera Kiwi Beach Resorts che può contare su 3 strutture alberghiere in Sicilia, un albergo a Zanzibar e uno in Grecia per un totale di oltre 700 camere.

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