Visa, Esta  e promozione: ecco cosa chiedono le aziende a Trump

Un sorriso il più possibile disteso, mani che stringono altre mani con fare rassicurante e un atteggiamento volutamente rilassato: Malcom Smith, general manager di Ipw, è volato a Milano per incontrare stampa e operatori del turismo nei giorni immediatamente successivi all'elezione di Donald Trump come 45esimo presidente degli Stati Uniti.

"Siamo ottimisti"
Il messaggio diretto al mercato è positivo: "Veniamo da una campagna elettorale difficile, ma siamo ottimisti - assicura il manager -: il turismo è una materia bipartisan che va oltre la politica e noi abbiamo sempre lavorato sia con i Democratici che con i Repubblicani". Anzi, aggiunge, a sei mesi dalle elezioni Us Travel Association ha incontrato entrambi i candidati per fare chiarezza sulle attese del settore. "Il nostro compito è educare l'attuale Transition Team e poi gli amministratori che faranno parte del governo sui punti fondamentali in ambito turistico".

I punti fermi
Mantenimento del Visa Weaver Program, "che garantisce la sicurezza nazionale", l'Esta e gli investimenti sulla promozione turistica: questi i punti fondamentali sui quali Us Travel non intende retrocedere di un passo. E che vanno nella stessa direzione dei dubbi sollevati anche all'ultimo Wtm di Londra e da Visit Usa Italia per conto del presidente Olga Mazzoni.

Le reazioni del mercato italiano
"Più che Trump conta l'andamento del dollaro - commenta Frederic Naar, presidente di Naar tour operator -: certo Obama all'inizio del suo mandato aveva dato uno slancio alla curiosità verso gli States, che poi si è affievolito negli anni". Non si sbilancia molto anche Patrizia Ribaga, direttore commerciale per l'Italia di Delta: "È presto per dare un giudizio, occorre vedere quali saranno le persone che Trump sceglierà nella propria squadra di governo".

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