I segreti di Veratour:'La crisi è un’opportunità'

Lo dice senza mezzi termini Stefano Pompili, direttore generale di Veratour: gli ultimi anni non sono stati facili, ma “grazie alla definizione di una nuova mappatura delle destinazioni in programmazione e all'apertura di nuove strutture, siamo riusciti a riconvertire uno svantaggio in opportunità di crescita”.

Cosa è successo nel mondo, tutti lo sanno: la crisi geopolitica che ha coinvolto alcune destinazioni chiave per il tour operating ha obbligato le aziende a rivedere impegni e programmazione. Veratour, secondo le previsioni di esercizio 2016, non solo è riuscita nell’intento, ma ha portato a casa risultati di valore.


Il debito con le agenzie
Ma a spingere in alto i conti del t.o. un ruolo determinante è stato quello delle agenzie di viaggi, e Pompili lo riconosce senza esitare. “Un grande plauso va agli agenti di viaggi, professionisti che lavorano costantemente in sinergia con noi, che nutrono fiducia nelle nostre proposte e che le veicolano sempre con convinzione”. Tanto è vero che l’operatore, negli ultimi anni, è riuscito ad innalzare il costo medio del pacchetto, che per ogni passeggero è passato da 1.051 euro a 1.180 euro, sulla spinta dall’aumento delle vendite dei viaggi a lungo raggio.

Un lavoro impossibile senza il supporto delle adv. "Le agenzie di viaggi - si legge in una nota del t.o. - hanno creduto nel brand Veratour e hanno avuto la capacità di intercettare anche la clientela con una più alta capacità di spesa. Nel 2016 la fidelizzazione dei clienti ha registrato il 40% di repeater e la prenotazione anticipata ha raggiunto il 74%". I dati mostrano una crescita del valore e della riconoscibilità del brand da parte dei consumatori, così come confermano la fiducia da parte delle agenzie di viaggi.

Una nuova mappa delle mete
Alle agenzie, Veratour ha dato come strumento una nuova programmazione, che ha rappresentato una radicale inversione di rotta, ridisegnando e bilanciando le destinazioni in cui opera.

Nel 2010 l’area Nord Africa incideva per il 35% sul fatturato dell’operatore e valeva 61 milioni di euro. La percentuale è stata progressivamente diminuita: 25% nel 2013, 13% nel 2015 e solo il 4% nel 2016. Non è stato un percorso semplice, soprattutto per la meta Egitto, dove Veratour aveva stanziato importanti investimenti in posti volo e camere.

Negli ultimi quattro anni l’azienda ha progressivamente spostato la propria offerta di prodotto, procedendo ad una diversificazione geografica che si è espressa in 12 nuove aperture di villaggi e prediligendo aree percepite sicure: Grecia, Spagna, Italia, Caraibi.
La ridisegnata mappatura delle destinazioni ha ristabilito un equilibrio nel portfolio, con l’obiettivo di mantenere e migliorare la marginalità.
“È stato fatto un lavoro capillare – spiega Pompili - per ricercare mete e resort in linea con la filosofia e il format Veraclub”.

A sostenere la marginalità anche il miglioramento dell’occupazione delle catene charter in partnership con Neos e Meridiana, unitamente al riempimento delle strutture alberghiere sempre molto alto, ha concorso a delineare il quadro di ottima marginalità.

“Riteniamo di poter ottenere grandi risultati anche nel 2017 – chiude Pompili - , puntando all’obiettivo di 200 milioni di euro di fatturato, grazie soprattutto alle nuove aperture programmate, due delle quali in Italia”.

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