Un viaggio per ogni canzone, la legge di Manuel Agnelli

La sua prima volta a X Factor è stata un successo, ma in partenza criticatissimo. Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, è sempre stato considerato un grande musicista un po' alternativo, lontano da riflettori e logiche di mercato discografico improntate all'unico scopo di vendere dischi.

Di sè e di X Factor dice: "Sono arrivato lo scorso anno in TV e tutti mi consideravano un cappellone. In pochi tra i giovani spettatori del programma conoscevano la mia musica". Un arrivo in punta di piedi, dunque, quello che lo porta oggi ad essere uno dei giudici più amati dai fan dell'11esima edizione del talent show musicale di Rai 2. Una grande voce rock, quella di Manuel Agnelli, che anche a proposito di viaggi ha le idee ben chiare.

Beh, anche lei grazie alla sua musica ha sempre viaggiato moltissimo...
Con la musica viaggi moltissimo anche stando fermo. Mi piace molto scoprire nuovi stili, caratteri e voci. Anche grazie a questa nuova edizione di X Factor abbiamo incontrato concorrenti venuti da lontano, ognuno con la sua personalissima storia da raccontare, con un vissuto che inevitabilmente influenza ciò che porti sul palco; e anche con dei timbri di voce o dei modi di fare musica influenzati dalla terra d'origine.

E con la sua musica, invece, quanto ha viaggiato?
Tanto ma male. Grazie ai tour con gli Afterhours siamo sempre stati in movimento, in giro per tutta Italia e non solo, ma quelli non posso considerarli veramente viaggi. Un viaggio vero e proprio è sempre difficile farlo, per mancanza di tempo soprattutto. Per quel che mi riguarda, il viaggio non può essere lavoro.

Come concepisce un viaggio, quindi?
Credo il viaggio sia vita vera, anche più delle canzoni. Il viaggio lo vivi durante, lo elabori dopo. Una volta tornato a casa lo studi, e capisci se ti ha lasciato qualcosa, se ti ha cambiato in un certo qual modo.

E a lei, solitamente, cosa lascia un viaggio?
Dipende dalle volte. Di solito, mi lascia tanta voglia di fare musica. Il viaggio è importante anche per questo: per le canzoni. Personalmente, non credo di poter fare un disco senza prima farmi un bel viaggio. Per incidere cose belle, e vere, per pubblicare un album, il viaggio è importante. Così puoi inserirci tanti racconti e tante emozioni - non soltanto routine e mestiere.

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