Codice del Turismo: tutti i dubbi del mercato

Il Codice del Turismo torna in primo piano e da parte del mercato emergono sempre più dubbi, con una convinzione di fondo: il testo potrebbe generare diverse interpretazioni e conseguenti malumori tra le fila del comparto.

È questa l’opinione di Astoi nelle parole del presidente Roberto Corbella, che ha inaugurato una serie di incontri con le associazioni di categoria, il primo dei quali volto ad analizzare ombre, vincoli e possibili modifiche del Codice del Turismo. “Un testo che è stato stilato senza consultare le parti in causa - spiega Corbella - e che, proprio per questo motivo, presenta una serie di criticità che vanno affrontate urgentemente”.

Tra le prime, la presenza di zone grigie che potrebbero essere fonte di interpretazioni discordanti e future conflittualità. L’obiettivo dichiarato durante i lavori è quello di arginare l’ambiguità di alcuni passaggi in nome di una maggiore chiarezza, per evitare l’affollamento delle aule dei tribunali, con relativi costi per imprese e consumatori.

Per prevenire il contenzioso, oltre all’inserimento di un modello di soluzione stragiudiziale delle controversie tra turisti e operatori, Astoi ha voluto sottolineare l’importanza di fornire informazioni al cliente tramite mezzi tracciabili. “In questi anni è cresciuta nei consumatori - spiega Laura Pierallini, docente di Diritto societario - l’aspettativa di ricevere informazioni estese e complesse”. Per non incorrere in future controversie giudiziarie è importante quindi “fornire più dettagli possibili, ma con evidenza probatoria, mediante mezzi che permettano la tracciabilità”.

Nei giorni scorsi Roberto Corbella ha espresso i propri dubbi riguardo la questione della tracciabilità anche per le tariffe frazionate, contestando la competenza sulla materia da parte dell’Agenzia delle entrate, ritenendo piuttosto responsabile della materia il Ministero dell’Economia e delle Finanze. “Siamo fermamente convinti - ha spiegato Corbella - che, per i versamenti relativi alle liste di nozze, trattandosi di erogazioni liberali effettuate separatamente da singoli individui, qualora le stesse siano inferiori al tetto dei 1.000 euro, non debba sussistere il discorso del cumulo e del requisito della tracciabilità. In tali casi, come accade nella normale prassi, deve essere rilasciata a ciascuno dei partecipanti alla lista di nozze una ricevuta di quietanza dell’importo versato, essendo tale documento più che sufficiente”.

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